🕯 ✨IL SANTO DEL GIORNO 🕯 ✨
SAN GIOVANNI GRANDE
3 Giugno
Giovanni Grande, nato a Carmona (Andalusia), rimase orfano di padre all'età di quindici anni e fu mandato a Siviglia a lavorare presso un parente mercante di tessuti. Dopo aver appreso il mestiere esercitò il commercio nella sua città, ma a ventidue anni diede via tutti i suoi possedimenti e si ritirò in un eremo presso Marcena. Benché fin da adolescente avesse condotto una vita irreprensibile, aveva un profondo e costante senso del peccato e dell'indegnità, e forse il suo soprannome deriva dal fatto che si pensava l'ultimo degli uomini. Si faceva chiamare El grande pecador, e questo è il nome con cui è attualmente venerato in Spagna.
Un giorno vide lungo la strada due vagabondi ammalati; li portò nella sua capanna, li curò e si mise a chiedere elemosine per loro. Subito dopo questo fatto vide altra gente in cerca di aiuto e si sentì chiamato a lasciare la vita solitaria per svolgere un ministero tra i poveri. Andò a Jerez de la Frontera e prestò la sua opera nella prigione di quel luogo, occupandosi dei carcerati che vivevano in condizioni spaventose. Benché subisse insulti, ingratitudine e perfino percosse da alcuni di loro, li curava, chiedeva elemosina per loro e li assisteva, pensando che nessun uomo fosse escluso dall'amore di Dio.
Andò poi a lavorare in un vicino ospedale dove sopportò gli insulti e l'opposizione dei responsabili, urtati dal suo impegno verso gli ammalati, un rimprovero vivente alla loro negligenza e insensibilità, ma che impressionava favorevolmente quelli di fuori. Una famiglia abbiente costruì per lui un ospedale che subito si riempì di ammalati. Giovanni reclutò un gruppo di giovani desiderosi di seguire il suo esempio nel prendersi cura dei bisognosi. Per assicurare continuità alla sua opera la aggregò all'Ordine ospedaliero di S. Giovanni di Dio, di cui egli stesso divenne membro. Il fondatore, S. Giovanni di Dio (8 mar.), era morto a Siviglia quando Giovanni Grande aveva quattro anni.
Le iniziative di Giovanni non si fermarono all'ospedale: radunò orfani, li sfamò e li istruì; si diede da fare per procurare la dote matrimoniale alle ragazze povere. Continuò a interessarsi dei carcerati e quando, dopo l'assalto di Cadice da parte degli inglesi, trecento soldati spagnoli in fuga arrivarono a Jerez curò le loro ferite, li nutrì e diede loro abiti. A essi tutto questo sembrò il compiersi di un miracolo. Visse un'intensa vita di preghiera e se, dopo essere rapito in estasi durante la preghiera, si fosse trovato circondato da estranei esterrefatti, avrebbe chiesto loro perdono e se ne andava tranquillamente a capo chino per la sua strada. Nel 1600 a Jerez si prodigò per alleviare le sofferenze delle vittime della peste: ogni giorno morivano trecento persone, ed egli stesso contrasse il morbo. Morì all'età di cinquantaquattro anni, e fu beatificato da papa Pio IX nel 1853.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Jerez nell’Andalusia in Spagna, san Giovanni Grande, religioso dell’Ordine di San Giovanni di Dio, che rifulse per la sua carità verso i prigionieri, gli abbandonati e gli emarginati e morì contagiato lui stesso dalla peste mentre curava i malati.