lunedì 8 settembre 2025

Santo del giorno ❤️ 9/09

 

🕯 ✨IL SANTO DEL GIORNO 🕯 ✨

SAN PIETRO CLAVER

9 Settembre


Nato da Pietro ed Anna Claver l'anno 1585 a Verdù in Spagna, il nostro Santo fin dai primi anni fu educato cristianamente. Inviato a Barcellona per gli studi fu ammesso dal Vescovo fra i suoi chierici. Ma un più vivo desiderio nutriva Pietro: essere sacerdote religioso della Compagnia di Gesù. I suoi genitori non sapevano come staccarsi da un sì caro figliuolo, perciò gli negarono il consenso. Pietro, non potendo convincere i genitori con le parole, si rivolse con tutto l'animo alla SS. Vergine. Ottenuta la sospirata grazia, entrò in religione. A Maiorca conobbe il B. Alfonso Rodriguez che lo incitò ad andare in America. Approdato a Cartagena si recò a Santa Fè per compiervi la sua formazione, e l'anno 1616 a Cartagena ricevette l'ordinazione sacerdotale.


Di qui comincia la sua nuova vita feconda d'apostolato e di abnegazione per le anime.


Nel 1622 Pietro emise la professione religiosa solenne aggiungendo la promessa di spendere tutta la sua vita a servizio degli schiavi: lavorò tanto per' essi che se non ebbe la corona del martirio cruento ebbe quella di un martirio diurno, martirio di preghiera, di lotta, di sacrifici, d'un intenso apostolato. Un giorno, dopo aver radunati tanti "negri" da riempire la chiesa, e mentre questi ascoltavano la parola divina, il demonio destò un sì improvviso e spaventevole turbine che tutti cercarono la salvezza nella fuga e Pietro che stava alla porta, fu travolto. Tutti rimasero illesi: solo Pietro fu trovato più tardi, pesto e ferito, in orazione nella cappella della SS. Vergine.


Nella contagiosa pestilenza che poco dopo infierì in quelle regioni, Pietro mostrò la sua eroica carità. Ai piedi dei malati prestava loro i più umili servizi e assieme al pane materiale dava loro il pane spirituale, il pane della fede cristiana. Ma presto la fibra di questo coraggioso apostolo di Cristo venne a consumarsi.

Il suo corpo più non resse alle fatiche e cadde sfinito contraendo il terribile morbo che sopportò eroicamente per ben quattro anni.


Finalmente la sua corona era pronta: dopo un'agonia di un giorno, circondato dai suoi neri, il Santo Apostolo rendeva la bell'anima a Dio l'8 settembre 1654.


PRATICA. Preghiamo oggi e facciamo un'offerta per i missionari.


PREGHIERA. O Signore, che hai salvato tante anime per mezzo del beato Pietro, ti chiediamo per la sua intercessione che uniti a te in terra possiamo eternamente godere la tua gloria celeste.


MARTIROLOGIO ROMANO. San Pietro Claver, sacerdote della Compagnia di Gesù, che, a Cartagena in Colombia si adoperò per oltre quarant’anni con mirabile abnegazione e insigne carità per i neri ridotti in schiavitù, rigenerando di sua mano nel battesimo di Cristo circa trecentomila di loro.


Da Medjugorje/ Podbrdo natività di Maria ❤️

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    Natività di Maria Medjugorje






domenica 7 settembre 2025

Natività di Maria ❤️ Santo nome di Maria

Natività della Beata Vergine Maria



Festa


Festa della Natività della Beata Vergine Maria, nata dalla discendenza di Abramo, della tribù di Giuda, della stirpe del re Davide, dalla quale è nato il Figlio di Dio fatto uomo per opera dello Spirito Santo per liberare gli uomini dall’antica schiavitù del peccato.



 

sabato 6 settembre 2025

Santo del giorno 💓


 Santo del giorno


Beata Eugenia Picco

07 settembre 


Una infanzia, una adolescenza e una giovinezza travagliate per Eugenia che cresce in un ambiente familiare disordinato e irreligioso. Il padre, cieco, è un famoso musicista de “La Scala” di Milano, la madre una donna frivola che non ama il marito ma il denaro, il successo e i viaggi. La ragazza è spesso affidata ai nonni e incontra i genitori solo nelle brevi soste tra una “tournée” e l’altra, fino a quando un giorno la madre torna senza il marito, facendolo credere morto. Di lui non si saprà più nulla. Da questo momento la madre costringe la figlia ad abitare con lei e con il suo convivente e a subire le frequenti molestie di quest’ultimo: il suo sogno è fare di Eugenia una cantante di successo. Ma la ragazza sta cercando di uscire da questa situazione: ogni giorno si reca a pregare nella basilica di Sant’Ambrogio e una sera del maggio 1886 sente la chiamata alla santità; l’anno dopo, fuggendo da casa, entra nella ancor giovane famiglia religiosa delle Piccole Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, subito accolta e capita dal Fondatore, il venerabile Agostino Chieppi. Il 26 agosto 1888 inizia il noviziato e il 10 giugno 1891 emette la prima professione religiosa, cui seguirà nel 1894 quella perpetua. Semplice e umile, fedele e generosa si dona alle alunne del Convitto alle quali insegna musica, canto e francese, e alle novizie di cui è nominata maestra. Nel giugno 1911 è eletta Superiora generale e rimarrà in carica fino alla morte. Durante il suo governo l’Istituto raggiunge la sua sistemazione definitiva secondo gli indirizzi e il carisma trasmessi dal Fondatore. Eugenia si dedica soprattutto ai poveri, ai piccoli e agli emarginati che serve con carità generosa e instancabile: i drammi della prima grande guerra del 1915-1918 le aprono il cuore per farsi accoglienza di ogni necessità. Nel 1919 la tubercolosi ossea la porta all’amputazione dell’arto inferiore destro. Muore santamente il 7 settembre 1921. Giovanni Paolo II il 7 ottobre 2001 la proclama beata.

I nuovi santi di domenica 7 settembre 2025


"La tristezza è lo sguardo 

rivolto verso se stessi

la felicità è lo sguardo 

rivolto verso Dio"


😇Beato Carlo Acutis-santo domani!









 “Noi,che per grazia di Dio siamo cattolici, non dobbiamo sciupare i più begli anni della nostra vita,dobbiamo temprarci per essere pronti a sostenere le lotte che dovremo certamente combattere per il compimento del nostro programma e per dare così,in un non lontano avvenire,alla nostra Patria,giorni più lieti ed una società moralmente sana.

Ma per tutto ciò occorre la preghiera continua per ottenere da Dio quella grazia senza la quale le nostre forze sono vane.”


😇Beato Piergiorgio Frassati : santo domani!

venerdì 5 settembre 2025

Vangelo del giorno


 

SABATO DELLA XXII SETTIMANA DEL T.O.


Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore. 

Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. (Gv 14,6)


Alleluia.


Vangelo


Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?


Dal Vangelo secondo Luca

Lc 6,1-5


Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.

Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».

Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».

E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

Il Santo del Giorno


 

San Zaccaria, profeta



Dal Martirologio


Commemorazione di san Zaccaria, profeta, che predisse il ritorno del popolo dall’esilio nella terra promessa, dando ad esso l’annuncio di un re di pace, che Cristo Signore attuò mirabilmente nel suo trionfale ingresso nella Città Santa di Gerusalemme.

giovedì 4 settembre 2025

Santo del giorno


 🕯 ✨IL SANTO DEL GIORNO 🕯 ✨

SANTA TERESA DI CALCUTTA

5 Settembre


Madre Teresa resterà come l'incarnazione più convincente, nella nostra epoca, del genio della carità evangelica; tutti l'hanno capita, i cristiani delle varie confessioni, i laici di ogni paese, gli indù come i musulmani. Quando, a metà degli anni Settanta, apriva a San Gregorio al Celio la prima casa romana delle sue suore, scelse per loro il pollaio dei monaci camaldolesi, una costruzione bassa, in mattoni bucati e lamiere, con il pavimento in cemento. «Le mie sorelle sono povere e abituate a tutto, vengono dall'India. Il pollaio sarà più che sufficiente», tagliava corto con chi trovava la cosa un po' scomoda. Povere. Come era povera lei, che aveva scelto di condividere in tutto e per tutto la condizione dei più poveri, dei diseredati, di chi dalla vita non aveva avuto altro che miseria, smacchi e sofferenza.


Pier Paolo Pasolini, dopo averla incontrata a Calcutta nel 1961, scrisse: «Dove guarda, vede». All'origine della sua genialità nell'amore c'era il vedere, prima di altri, il fratello che era nel bisogno e di soccorrerlo subito, senza giudicare, senza lasciarsi bloccare dalle frontiere. O anche dalla mancanza di mezzi.


È stata a volte criticata perché nei suoi ospizi non c'erano abbastanza medici e medicine. Ma nelle situazioni disperate nelle quali si è avventurata, non avrebbe concluso granché se avesse dovuto aspettare di avere l'attrezzatura giusta per soccorrere qualcuno.


Madre Teresa, al secolo Agnes Gonxha Bojaxhiu, era nata il 26 agosto 1910 a Skopje nella Macedonia del Nord. Quando il papà, Nikola, morì improvvisamente, la famiglia visse momenti di grandi difficoltà economiche. Fu brava la mamma, Drane, ad allevare Agnes e i suoi quattro fratelli con fermezza e amore, orientando la loro formazione religiosa. Agnes trovò sostegno anche nella vivacità della parrocchia del Sacro Cuore, gestita dai gesuiti, nella quale era attivamente impegnata.


A diciott'anni, desiderosa di fare la missionaria, lasciava la casa e il paese, diretta in Irlanda, dove veniva accolta, con il nome di suor Mary Teresa, nell'istituto delle «Suore di Loreto». Qualche mese dopo venne mandata in India, a Calcutta, dove completò la sua formazione alla vita religiosa, facendo prima i voti temporanei, seguiti da quelli perpetui, e inserendosi nelle attività dell'istituto fino a diventare, nel 1944, direttrice di una scuola per ragazze, il St. Mary.


I primi vent'anni della sua vita religiosa li trascorse così, senza scossoni, insegnando alle ragazze, maturando anche una sua spiritualità forte, che aveva nella preghiera e nell'amore per le consorelle e per le allieve i suoi punti di forza. Ma aveva anche l'occhio attento a ciò che succedeva intorno. E non era granché bello, anzi inquietava non poco.


Intanto il Signore, con illuminazioni interiori, la andava preparando a quella che sarà la sua straordinaria avventura. Al centro delle rivelazioni proprio quello che inquietava madre Teresa: l'indifferenza assoluta della gente verso i poveri, che in gran numero languivano nelle baraccopoli e lungo le vie della città.


Durante un viaggio in treno, nel 1946, le parve di sentire più chiara la voce di Gesù che la invitava ad abbandonare tutto per porsi al servizio di quei poveri. Madre Teresa accolse l'invito e segnò quell'episodio che avrebbe cambiato la sua vita, come «il giorno della decisione».


Le ci volle del tempo per ottenere il permesso di lasciare le Suore di Loreto, ma alla fine, era il 1948, fu libera di seguire la propria vocazione e di entrare nel mondo dei poveri. Indossò il sari, la tunica bianca delle donne indiane, con in più le strisce blu che orlavano il velo, e la croce appuntata sulla spalla. Con il nuovo abito, che segnava anche il cambiamento della sua vita, si recò a Patna dalle Suore mediche missionarie per seguire un breve corso di infermeria. Rientrata a Calcutta, si sistemò provvisoriamente presso le Piccole sorelle dei poveri.


Il 21 dicembre 1948 andò per la prima volta nei sobborghi: visitò famiglie, lavò le ferite di bambini, si prese cura di un anziano malato che giaceva sulla strada. Si imbatté anche in una donna agonizzante, distesa su un marciapiede: era così debole che topi e formiche le stavano rosicchiando il corpo. Da giorni era lì, in attesa della morte, ma nessuno l'aveva soccorsa. Madre Teresa la raccolse e la portò al vicino ospedale, dove le dissero che era troppo malata e troppo povera per essere curata.


Calcutta era piena di gente che finiva così. Teresa capì che non poteva più restare a guardare, doveva fare qualcosa. Chiese, e le fu concesso, di occupare parte di un ex tempio indù diventato covo di mendicanti e criminali di ogni risma. Madre Teresa lo trasformerà nella prima «Casa dei moribondi».


Le baraccopoli � con i loro poveri ai quali dare speranza, con i bambini abbandonati da curare e amare, con i moribondi da accompagnare nel passo estremo... � divennero la terra di missione, sua e di altre donne che via via decideranno di condividere la sua vita e il suo impegno. Insieme diedero vita alla Congregazione delle Missionarie della Carità, che il 7 ottobre 1950 veniva riconosciuta ufficialmente nell'arcidiocesi di Calcutta, e nel febbraio del 1965 diventava di diritto pontificio.


Agli inizi del 1960 cominciò l'emigrazione delle Missionarie della Carità in altre regioni dell'India. Successivamente, incoraggiate in particolare da Paolo VI, aprivano una casa in Venezuela. Ad essa seguirono numerose altre fondazioni in ogni parte del mondo, ovunque ci fossero poveri abbandonati cui portare l'aiuto e il conforto della fraterna solidarietà e la certezza che Dio li amava. Negli anni Ottanta, dopo la caduta delle varie cortine, madre Teresa aprì case di missione anche nei paesi comunisti, inclusa l'ex Unione Sovietica, l'Albania e Cuba. È stata la prima a inserire delle suore negli ospedali sovietici, dopo l'esplosione di Cernobyl, e la prima a mettere piede in Albania, quando il paese era ancora sotto il regime comunista. Persino in Vaticano, nella casa del papa, aprì una mensa per i poveri.


Madre Teresa affiancò alla prima congregazione altre istituzioni, come i Fratelli Missionari della Carità, le Sorelle e i Fratelli contemplativi, i Padri Missionari della Carità e gruppi di collaboratori laici. 11 tutto per rispondere meglio alle esigenze dei poveri.


Tanto impegno e proliferare di iniziative non potevano passare inosservati. Le immagini di questa donna minuta e con il tempo sempre più curva, avvolta nel bianco sani, china a confortare un moribondo o a curare piaghe infette, ad accarezzare bambini lacerati dall'abbandono e dall'indifferenza... fecero il giro del mondo, sollevando l'ammirazione di tanta gente, che cominciò a interessarsi delle sue opere e della sua vita, ad ascoltare i suoi messaggi, resi con parole semplici che esaltavano la vita, che invitavano al suo rispetto in ogni momento, dal concepimento alla morte. Parole semplici e a volte anche forti che scuotevano e dividevano.


L'ammirazione si tradusse anche in riconoscimenti importanti come il Premio indiano Padmashri, assegnatole nel 1962, e il Premio Nobel per la Pace, conferitole nel 1979. Ricevette riconoscimenti e attenzioni «per la gloria di Dio e in nome dei poveri».


Negli ultimi anni, nonostante seri problemi di salute, continuò a guidare la sua congregazione e a rispondere alle necessità dei poveri e della chiesa. Morì a Calcutta il 5 settembre 1997. Il mondo intero, che aveva seguito il suo lento spegnersi, la pianse, mentre il governo indiano le rendeva onore con i funerali di Stato. Sepolta nella Casa Madre delle Missionarie della Carità, la sua tomba fu ben presto luogo di pellegrinaggi e di preghiera. «L'intera vita e l'opera di madre Teresa � ha detto Giovanni Paolo II nel proclamarla beata � offrirono testimonianza della gioia di amare, della grandezza e della dignità di ogni essere umano, del valore delle piccole cose fatte fedelmente e con amore, e dell'incomparabile valore dell'amicizia con Dio». Questa è madre Teresa: il genio femminile sposato alla carità evangelica, che guida la chiesa verso i poveri.


Il 20 dicembre 2002 il papa Giovanni Paolo II approvò i decreti sulle sue virtù eroiche e sui suoi miracoli, è stata beatificata il 19 ottobre 2003 e canonizzata da Papa Francesco il 4 settembre 2016.


MARTIROLOGIO ROMANO. A Calcutta in India, beata Teresa (Agnese) Gonhxa Bojaxhiu, vergine, che, nata in Albania, estinse la sete di Cristo abbandonato sulla croce con la sua immensa carità verso i fratelli più poveri e istituì le Congregazioni delle Missionarie e dei Missionari della Carità al pieno servizio dei malati e dei diseredati.

mercoledì 3 settembre 2025

Il santo del giorno


 🕯 ✨IL SANTO DEL GIORNO 🕯 ✨

SANTA ROSALIA

4 Settembre


Nacque da Sinibaldo, signore di Quisquina e discendente del re Carlo Magno. I genitori si preoccuparono di educare la fanciulla nei principi cristiani. E la piccola Rosalia corrispose alle cure dei genitori. Devotamente attendeva alle pratiche di pietà, amava teneramente la Madonna, e per la sua innocenza e bontà di cuore divenne l'idolo dei genitori.


Conoscendo il pregio della verginità, generosamente si consacrò tutta al suo sposo Gesù, mantenendosi illibata per tutta la sua vita. Crescendo negli anni e venendo a conoscere quanto perfido sia il mondo e quanto difficilmente un giglio possa conservarsi intatto tra il fango, fuggì dalla casa paterna e si ritirò in una grotta nei crepacci del monte Quisquina presso Palermo, per darsi all'unione perfetta col suo Sposo Celeste.


Solo una pastorella conosceva il luogo del rifugio di Rosalia ed ogni giorno le portava pane e latte. P difficile esporre a quali aspre penitenze e digiuni si sottopose Rosalia. Si vede ancora la grotta in cui dimorava. Vi si scende per una scala come in un sepolcro: umida, oscura. Si conserva tutt'ora la pietra su cui riposava la Santa e sul muro si vedono scolpite queste parole: a Io, Rosalia, figlia di Sinibaldo, signore di Quisquina e di Rosa, per amore del Signore mio Gesù Cristo scelsi di abitare in questa grotta».


Non vi restò però molto tempo perché avvisata dal suo Angelo che se ivi fosse restata presto sarebbe stata trovata dai suoi genitori, si diresse verso il monte Pellegrino. Sulla sommità del monte gli Angeli le indicarono una grotta che aveva un'apertura appena sufficiente per entrarvi. La luce, penetrando in essa, ne rischiarava le nere pareti; il suolo era talmente bagnato che a stento Rosalia trovò un angolo dove riposarsi senza sprofondare nel fango.


Condusse quel genere di vita per vari anni, finché lo Sposo Divino la chiamò a sé. Una viva luce in quella notte illuminò tutto il monte Pellegrino. A tale improvviso prodigio tutta Palermo si scosse, non conoscendone la ragione. Allora quell'umile pastorella che era stata a parte dei segreti della Santa, corse in città ad annunziare la sua morte. Fu trovata morta dai pellegrini il 4 settembre del 1165. Il giorno seguente si radunò tutto il popolo ed in processione salirono a prendere il prezioso corpo di S. Rosalia, trasportandolo trionfalmente nella cattedrale.


D'allora in poi il Signore si degnò di glorificare la Santa con ripetuti miracoli e il culto di lei andò sempre più crescendo nella città di Palermo e fuori, tanto che quando la Sicilia nel 1625 fu desolata dalla peste, con voce unanime quel popolo si volse a S. Rosalia, trasse le sue reliquie dalla cattedrale, le portò processionalmente per la città ed il terribile morbo parve.


PRATICA. Facciamo oggi una mortificazione per amor di Dio.


PREGHIERA. Esaudiscici o Dio, nostro Salvatore affinché come ci rallegriamo per la festa della beata vergine Rosalia, così veniamo ammaestrati nella vera devozione.


MARTIROLOGIO ROMANO. A Palermo il natale di santa Rosalia, Vergine Palermitana, discendente dal sangue regale di Carlo Magno, la quale, per amore di Cristo, fuggì il principato paterno e la reggia, e, solitaria nei monti e nelle spelonche, menò una vita celeste.



martedì 2 settembre 2025

Memoria


 San Gregorio Magno, papa e dottore della Chiesa



Memoria


Memoria di san Gregorio Magno, papa e dottore della Chiesa: dopo avere intrapreso la vita monastica, svolse l'incarico di legato apostolico a Costantinopoli; eletto poi in questo giorno alla Sede Romana, sistemò le questioni terrene e come servo dei servi si prese cura di quelle sacre. Si mostrò vero pastore nel governare la Chiesa, nel soccorrere in ogni modo i bisognosi, nel favorire la vita monastica e nel consolidare e propagare ovunque la fede, scrivendo a tal fine celebri libri di morale e di pastorale.

Morì il 12 marzo.

Santo del giorno


 🕯 ✨IL SANTO DEL GIORNO 🕯 ✨

SAN NONNOSO

2 Settembre


Esistono così poche informazioni su Nonnoso da non renderlo particolarmente interessante in se stesso, tuttavia sono degne di nota perché illustrano il metodo di S. Gregorio Magno (3 set.), sua sola fonte, oltre alla storia del culto. Nel 593, alcuni amici chiesero a Gregorio di creare un compendio delle storie dci miracoli operati dai santi italiani, e una delle persone cui chiese aiuto fu Massimiano, vescovo di Siracusa, in particolare per avere notizie su «l'abate Nonnoso» (de donino Nonnoso qui iuxta domnum Anastasium de Penturnis fuit). Massimiano riferì i particolari a Gregorio, che ammise di esserne già venuto a conoscenza, ma poi dimenticati (oblivione mandavi). Li aveva appresi da un vecchio monaco che, come Nonnoso, era vissuto nel monastero di Suppentonia vicino a Civita Castellana, sotto la guida dell'abate Anastasio, che si dichiarò suo amico.


Gregorio, che descrive Nonnoso come umile e particolarmente buono, afferma che fu priore del monastero sul Monte Soratte, sotto la direzione di un abate particolarmente severo e austero, per un certo periodo, durante il quale gli furono attribuiti tre miracoli: il primo, simile a quello di S. Gregorio Illuminatore (30 set.), fu la rimozione di una roccia così grande che neanche cinquanta coppie di buoi sarebbero riuscite a trascinare via da un terreno che il priore aveva intenzione di trasformare in giardino; il secondo, quando con le sue preghiere riuscì a mettere insieme i frammenti di una lampada di vetro che gli era caduta, evitando così i rimproveri del severo abate, miracolo simile a quello attribuito a S. Donato, vescovo martire di Arezzo.


Sembra che l'ispirazione del terzo miracolo sia tratta dal profeta Eliseo: un anno, il raccolto di olive del monastero andò perduto, e l'abate disse ai monaci di uscire dal convento e recarsi a lavorare per ottenere in cambio un po' d'olio dai contadini, ma Nonnoso, temendo che il raccoglimento dei monaci fosse di conseguenza disturbato, chiese all'abate di revocare l'ordine, di dire ai monaci di prendere le poche olive raccolte e di porre un po' dell'olio ottenuto dalla spremitura in ogni recipiente disponibile, poi trascorse la notte pregando. Il mattino seguente i contenitori erano pieni.


Gregorio non riferisce la data della morte di Nonnoso, dice solo che fu sepolto sul Monte Soratte; quando la zona fu devastata dai saraceni alla fine del D( secolo, i resti furono portati a Suppentonia, poi, a metà dell'xi secolo, a Frisinga, dove furono riscoperti nel 1161, durante alcuni restauri, e seppelliti nuovamente nella cripta della cattedrale.


Molto più tardi, nel 1708, quando nessuno era in grado di ricordare dove fossero, furono ritrovati, e questa volta collocati in un bel sepolcro nella cripta della cattedrale, durante una festa in onore del santo che durò una settimana. Non si conosce la data del successivo trasferimento del cranio a Bamberga, dove è ancora oggetto di devozione. S. Nonnoso è venerato da coloro che soffrono di malattie renali, che per secoli hanno compiuto la cosiddetta reptatio per cryptam o Durchschiipfsbrauch, uno strano piccolo rituale che consiste nel camminare carponi per tre volte attorno al sepolcro, implorando l'aiuto del santo.


Il nome di Nonnoso non compare in nessuno dei martirologi antichi, ed è citato per la prima volta in una raccolta di leggende austriache del XTT secolo. Il culto, che sembra essere stato esteso in Baviera, rifiorì grazie all'impegno di un monaco cistercense chiamato Andrea di San Bonaventura tra il 1655 e il 1658, sul Monte Soratte, dove nel 1661 furono riportate parte delle reliquie.


MARTIROLOGIO ROMANO. Sul monte Soratte sulla via Flaminia nel Lazio, san Nonnoso, abate.


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  MARTEDÌ DELLA XXVIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)✝️ La parola di Dio è viva, efficace; discerne i sentimenti e i pensieri ...