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La Festa della Madonna della Salute è una delle più sentite tradizioni devozionali della città di Trieste.
Il 21 novembre di ogni anno, giornata della Presentazione della B.V.M. al Tempio, il Santuario di Santa Maria Maggiore si riempie di migliaia di pellegrini provenienti anche da fuori città.
Durante l’intera giornata si susseguono le Messe dedicate alla festività mariana e il Vescovo, a conclusione della Festa cittadina rinnova l’affidamento a Maria della città di Trieste.
Come a Venezia, in Istria e in Friuli la venerazione alla Madonna della Salute si diffuse dopo la peste del 1630 in tutti i possedimenti della Repubblica di San Marco.
L’origine della tradizione triestina si fa risalire ad un fatto straordinario avvenuto nel 1849.
In quell’anno vi fu la cessazione immediata, per intercessione della Vergine Maria, della terribile pandemia di colera che colpì duramente la città adriatica e che dilagò a lungo per il resto del nord Italia.
L’evento straordinario della cessazione della pandemia era stato preceduto qualche tempo prima da un altro fatto miracoloso che aveva rinsaldato la devozione alla Vergine Maria: il sanguinamento inspiegabile di un busto di marmo della Madonna, chiamata popolarmente “Madonna del Fior” o “Madonna dei Fiori”.
La statua, di umile fattura, era stata rinvenuta casualmente da un oste, certo Fior (Ferdinando Patarga) che pensò di collocarla vicino al suo campo di bocce.
Ma un giorno un giocatore, irritato per aver mancato il punto, tirò con violenza la sua boccia contro l’immagine sacra che cominciò a sanguinare a lungo, fissando sulla fronte della Vergine un segno indelebile, ancor oggi ben visibile.
L’evento miracoloso ebbe l’effetto di far pentire quell’uomo dell’atto sacrilego e di rinsaldare la devozione dei triestini alla Vergine Maria.
Fu così che allo scoppio della terribile pandemia di colera, il popolo di Trieste volle affidarsi alla benevolenza della Madonna per pregarla di guarire gli ammalati.
Il 15 ottobre 1849 la statua della Madonna dei Fiori fu dunque portata in processione per le vie della città in modo solenne e la accorata preghiera dei triestini venne ascoltata: la città fu salvata dal terribile flagello.
A poco più di un mese dalla Supplica, a Santa Maria Maggiore il Vescovo, celebrò un solenne pontificale “Per Grazia ricevuta”, con la partecipazione calorosa dei sopravvissuti e delle autorità civili.
Fu quello l’inizio della tradizione che ancor oggi si anima ogni anno con grande afflusso di fedeli.
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