giovedì 18 luglio 2024

SANTO del giorno


 19 LUGLIO


 


SANTA MACRINA


 


 (327-380), monaca


 


Sorella maggiore di Basilio di Cesarea, di Gregorio di Nissa e Pietro di Sebaste, Macrina decise a dodici anni di non contrarre matrimonio, onde potersi dedicare a una vita di lavoro umile e di preghiera, tesa all'unificazione del cuore. Il fratello Gregorio, suo biografo, non a torto la presenta come l'ispiratrice della vita monastica alla quale attirò in seguito la madre e le domestiche, e quindi anche il fratello Basilio. Macrina morì all'età di 53 anni, dopo aver guidato per tutta la vita come una madre la sua comunità; prima di morire ringraziò Dio per aver aperto agli uomini la via della resurrezione, e lo pregò di accogliere la sua vita come un'offerta, «come incenso davanti al suo volto».


 



 


PREGHIERA


 


Signore Dio eterno, la tua serva Macrina attraverso la vita cenobitica ha voluto seguire tuo Figlio Gesù Cristo fino a condividere la sua croce: noi ti preghiamo, liberaci dalla paura della morte e rendici capaci di vivere in modo che i nostri fratelli e le nostre sorelle abbiano la vita in abbondanza, nella pace e nella gioia cristiana. Per 

Cristo nostro Signore. 

mercoledì 17 luglio 2024

IL Santo del giorno e orari Messa in Friuli



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SANTO DEL GIORNO


SAN BRUNO DI SEGNI

18 luglio 

Liturgia del giorno:


Is 26, 7-9. 12. 16-19; Sal 101; Mt 11, 28-30.    


Questo santo fu uno dei più importanti esegeti del Medioevo per i suoi commenti alla Sacra Scrittura e uno dei più grandi liturgisti del secolo XI. Nato a Solero, provincia di Alessandria, tra il 1045 e il 1049, fu educato dai Benedettini dell’abbazia di S. Perpetuo e poi Bologna dove perfezionò gli studi e fu ordinato sacerdote. Lo troviamo poi canonico della cattedrale di Siena. Nel 1070 prese parte al sinodo romano, convocato da Gregorio VII per confutare il vescovo di Tours, Berengario, il quale sosteneva che quella di Cristo nell’Eucaristia è una presenza non reale, ma dinamica. I suoi interventi dovettero impressionare favorevolmente il Papa che lo mandò a Segni designandolo come vescovo di quella sede vacante e consacrandolo egli stesso. Bruno partecipò con animo forte e battagliero alla lotta delle investiture, con diversi pontefici: Gregorio VII, Vittore III, Urbano II e Pasquale II, difendendo energicamente la libertà della Chiesa con la penna e con l’azione. Nel 1095 accompagnò Urbano II in Francia e fu presente al concilio di Clermont, dove fu indetta la prima crociata, e successivamente alla dedicazione di Cluny, dove consacrò tre altari, nonché al concilio di Tours del quale firmò gli atti. Al ritorno dalla Francia il conte di Segni, Arnulfo, partigiano dell’imperatore di Germania Enrico IV che era stato scomunicato dal Papa, lo tenne prigioniero per tre mesi nel castello di Vicoli. Una volta liberato, il santo ritenne opportuno ritirarsi a Montecassino dove, nel 1103 vestì l’abito benedettino. Ma Pasquale II gli affidò varie missioni, conservandogli il vescovado di Segni: lo inviò come Legato papale in Francia e, nel 1110, in Sicilia, perché si dedicasse alla riforma del clero. Avendo rimproverato Pasquale II per un trattato stipulato con Enrico V, fu rimandato a Segni, dove morì il 18 luglio 1123. Lucio III lo iscrisse nell’albo dei santi il 5 settembre 1183.e Onorio III gli dedicò un altare nella cattedrale di Segni.
 

martedì 16 luglio 2024

Suffragio a Don Fausto Furlanut


 

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don Fausto...


... è nato il 16 luglio 1938.

- Ordinato sacerdote il 29 giugno 1963 a Gorizia da mons. Andrea Pangrazio.

- Cooperatore a Gradisca d'Isonzo (19.08.1963}

- Cooperatore a Pieris (21.08.1964)

- Cooperatore a San Giuseppe in Monfalcone (21.09.1966)

- Parroco a Moraro (20.08.1970)

- Vicario economo a San Lorenzo Isontino (05.01.1972)

- Parroco a Mossa (01.08.1972)

- Assistente alla Sottosezione diocesana dell'Unitalsi (01.01.1986)

- Parroco a San Valeriano in Gradisca d'Isonzo (01.07.1987)

- Amministratore di Moraro durante la malattia del parroco (18.03.1988)

- Parroco a San Pier d'Isonzo (12.07.1994)

- Collaboratore pastorale della Parrocchia di Cormons [25.07.2007


E lûs une mari divine

sul mâr su lis monts dal Friûl;

te albe e te sere cidine

i tôrs a spalanchin i cûrs.


Mari divine ven ju

ven ju cul frut cul to cîl;

vaî tu sâs ancje tu

tal mont che il fi ti à tradît

poiti sul cûr dal Friûl

giolt pal amôr che ti vûl.


Te glesie tal vert de culine

e spiete une mari i frutins

al è l'abandon la sô spine

ju clame da ducj i cunfins .


Mari divine ven ju...


VIDEO Bellissimo DI Don Fausto Furlanut cliccate qui 🔵


https://youtu.be/YMqGakfVsxY?si=y05NWNWAaKi3CTqL

domenica 14 luglio 2024

Il Santo del giorno 14 luglio FRIULI TV Mater Dei Cristian web Channel


 



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14 LUGLIO


 


SAN CAMILLO DE LELLIS


 


Bucchianico (Chieti), 25 maggio 1550 - Roma, 14 luglio 1614


 


Di nobile famiglia, nato a Bucchianico, nelle vicinanze di Chieti, il 25 maggio 1550, Camillo de Lellis fu soldato di ventura. Persi i suoi averi al gioco, si mise al servizio dei Cappuccini di Manfredonia. Convertitosi ed entrato nell'Ordine, per curare una piaga riapertasi tornò a Roma nell'ospedale di San Giacomo degli Incurabili, dove si dedicò soprattutto ai malati. Si consacrò a Cristo Crocifisso, riprese gli studi al Collegio Romano e, divenuto sacerdote nel 1584, fondò la «Compagnia dei ministri degli infermi». L'ordine dei Camilliani si distinse da altri per lo spirito della sua opera legata alla carità misericordiosa e per l'abito caratterizzato dalla croce rossa di stoffa sul petto. De Lellis pose attenzione unicamente malati, ponendo le basi per la figura dell'infermiere e del cappellano quali li vediamo oggi. Morì a Roma il 14 luglio 1614 e venne canonizzato nel 1746.


 



 


PREGHIERA A SAN CAMILLO DE LELLIS


 


O San Camillo, che sopportasti per tanti anni con inalterabile pazienza una dolorosa malattia, ottienici di accettare con spirito di fede le infermità e le tribolazioni che il Signore vorrà mandarci per il nostro bene e la nostra purificazione. Tu che per tutta la vita ti sei dedicato con bontà e amore all'assistenza degli infermi, portando a tutti consolazione e speranza, ottienici la grazia di riconoscere Gesù nel nostro prossimo sofferente e di servirlo con grande generosità di cuore.


 

giovedì 11 luglio 2024

Il Santo del giorno su TV M web Mater Dei Friuli TV


 


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#12luglio

Ermagora e Fortunato

(di Matteo Liut)

Se l’Europa vorrà salvarsi e vorrà tornare a essere un Continente che lavora per la pace, sul proprio territorio come nel resto del mondo, non potrà fare a meno di coltivare la memoria delle proprie radici. Ieri la liturgia ci proponeva la figura di san Benedetto, il padre del monachesimo occidentale, oggi il catalogo dei santi riporta i nomi di Ermagora (o Ermacora) e Fortunato, autentici pilastri della Chiesa e della cultura dell’Europa centrale, che ha le proprie radici nella Chiesa di Aquileia. Le due figure menzionate, infatti, furono il primo vescovo di Aquileia, Ermagora, e il “suo” diacono, Fortunato: grazie alla loro opera, che si colloca verso la metà del III secolo, il Vangelo ha raggiunto popoli e culture diverse, tutte “figlie” della tradizione aquileiese. Secondo alcune fonti Ermagora era in qualche modo collegato a san Marco, ma le date non coincidono, anche se gli storici concordano su un legame, molto probabilmente basato sugli scambi commerciali, tra Aquileia ed Alessandria. Scambi che permisero il confronto anche tra culture, idee e persone; scambi che ci ricordano che l’umanità da sempre attraversa le sponde del Mediterrano cercando l’incontro e l’avvicinamento tra terre diverse. I due santi, che per la tradizione morirono da martiri, oggi sono patroni dell’arcidiocesi di Gorizia, dell’arcidiocesi e della città di Udine e di tutta la Regione Friuli Venezia Giulia. Restano l’icona di un’Europa fondata sui valori del Vangelo. 


Altri santi. Santi Nabore e Felice, martiri (IV sec.); san Pietro Khanh, martire (XIX sec.).

#ilsantodelgiorno #santodelgiorno #unsantoalgiorno

mercoledì 10 luglio 2024

Santi e Beati. San Benedetto da Norcia Patrono d' Europa



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11 LUGLIO

 

SAN BENEDETTO ABATE

Patrono d'Europa

 

Norcia (Perugia), ca. 480 - Montecassino (Frosinone), 21 marzo 543/560

 

È il patriarca del monachesimo occidentale. Dopo un periodo di solitudine presso il sacro Speco di Subiaco, passò alla forma cenobitica prima a Subiaco, poi a Montecassino. La sua Regola, che riassume la tradizione monastica orientale adattandola con saggezza e discrezione al mondo latino, apre una via nuova alla civiltà europea dopo il declino di quella romana. In questa scuola di servizio del Signore hanno un ruolo determinante la lettura meditata della parola di Dio e la lode liturgica, alternata con i ritmi del lavoro in un clima intenso di carità fraterna e di servizio reciproco. Nel solco di San Benedetto sorsero nel continente europeo e nelle isole centri di preghiera, di cultura, di promozione umana, di ospitalità per i poveri e i pellegrini. Due secoli dopo la sua morte, saranno più di mille i monasteri guidati dalla sua Regola. Paolo VI lo proclamò patrono d'Europa (24 ottobre 1964). (Avvenire)

 

 

PREGHIERA per OTTENERE GRAZIE

 

O buon Gesù, vero figlio di Dio e di Maria Vergine, che con la tua Pasione e Morte ci hai liberati dalla schiavitù del demonio, e mediante i prodigi della Croce hai glorificato il tuo servo Benedetto accordandogli un potere illimitato sulle potestà infernali, concedici, Te ne supplichiamo, mediante l'intercessione di questo Santo, la vittoria nella lotta assidua che sosteniamo non solo contro il demonio, nostro principale nemico, ma anche contro le perverse dottrine e gli esempi di vita scandalosa, specialmente con il parlare osceno e con il vestire immodesto, con i quali gli uomini di cattiva volontà cercano di danneggiarci nell'anima e nel corpo. 

 

San Benedetto, nostro speciale protettore, prega per noi ed impetraci da Gesù le grazie speciali necessarie alla nostra anima e al corpo.

 

Pater, Ave, Gloria

 

 

"O Dio, che hai scelto san Benedetto abate e lo hai costituito maestro di coloro che dedicano la vita al tuo servizio, concedi anche a noi di non anteporre nulla all’amore del Cristo e di correre con cuore libero e ardente nella via dei tuoi precetti."

 

 

CROCE - MEDAGLIA di SAN BENEDETTO

 

San Benedetto fu in vari modi tentato dal diavolo e sempre ne uscì vittorioso. Esortava a segnarsi con la croce il cuore per essere liberati dalle suggestioni diaboliche. Da secoli è viva la devozione alla "Medaglia o croce di San Benedetto" particolarmente efficace contro le tentazioni del maligno. Papa Benedetto XIV ne ideò il disegno e nel  1742 approvò la medaglia concedendo delle indulgenze a coloro che la portano con fede. Su una faccia della medaglia è raffigurato il Santo con la croce e la regola nelle mani; in basso una vipera che esce da una coppa ricorda il miracolo operato dal Santo con il segno della croce che avrebbe frantumato la coppa contenente del vino avvelenato datogli da monaci attentatori. Vi è poi una scritta in latino  "EIUS IN OBITU NOSTRO PRESENTIA MUNIAMUR” che significa: "Croce del Santo Padre Benedetto - ci aiuti con la sua presenza nella nostra morte" Sul rovescio della medaglia, figura la Croce di San Benedetto e le iniziali dei testi. Questi versi sono antichissimi. Essi appaiono in un manoscritto del XIV sec. A testimonianza della fede nella potenza di Dio e di San Benedetto. Ogni lettera dell’iscrizione presente sulla medaglia è parte integrante di un potente esorcismo:

 

 C. S. P. B.
Crux Sancti Patris Benedecti
La Croce del Santo Padre Benedetto


C. S. S. M. L.
Crux Sacra Sit Mihi Lux
La Croce santa  sia  la mia Luce

 

N. D. S. M. D.
Non draco sit mihi dux

Non sia il demonio il mio condottiero

 

V. R. S.
Vadre Retro satana
Allontanati satana!


N. S. M. V.

Numquam Suade Mihi Vana
Non mi attirare alle vanità

 

S. M. Q. L.

Sunt Mala Quae Libas
Sono cattive le tue bevande


I.V. B.
Ipse Venena Bibas
Bevi tu stesso i tuoi veleni

 

 

PREGHIERA

 

(segno di croce)

 

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

 

La Croce del Santo Padre Benedetto. 

 

La Croce Santa sia la mia Luce e non sia il demonio il mio condottiero. 

 

Allontanati satana! Non mi attirare alle vanità. 

 

Sono cattive le tue bevande, bevi tu stesso i tuoi veleni.

 

(segno di croce)

 

Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo + Amen!

 

 

Un’indulgenza plenaria in punto di morte verrà concessa a tutti coloro che porteranno devotamente la medaglia di San Benedetto o anche il Crocifisso della Buona Morte (che reca incastonata al suo centro una Medaglia di San Benedetto), entrambi opportunamente benedetti, alle seguenti condizioni:

 

· raccomandare la loro anima a DIO.

 

· confessarsi e comunicarsi o, se impossibile, avere almeno la sincera contrizione dei peccati ed invocare con contrizione il SS. Nome di Gesù, almeno col cuore, se non lo si potesse fare mediante la voce.

 

· accettare con rassegnazione la propria morte dalle mani di Dio,  in sconto dei propri peccati.

 

 

martedì 9 luglio 2024

Il santo del giorno , TV M Web Mater Dei





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SANTO DEL GIORNO

SANTE RUFINA E SECONDA

10 luglio 

Liturgia del giorno:


Os 10, 1-3. 7-8. 12; Sal 104; Mt 10, 1-7.    


Oggi la Chiesa ricorda due sante romane il cui martirio, subìto durante la persecuzione di Valeriano e Gallieno (nel 260 circa), è provato da numerosi documenti certi. Rufina e Seconda erano sorelle, entrambe fidanzate con due giovani cristiani, che però apostatarono, per cui esse decisero di votarsi alla verginità. Ma i due, non essendo riusciti a convincerle a seguire il loro esempio, si vendicarono denunciandole come cristiane. Mentre esse stavano fuggendo, furono raggiunte al XIV miglio della via Flaminia e consegnate al prefetto Giunio Donato. Risultati vani gli sforzi per costringerle all’apostasia e al matrimonio, esse furono condannate a morte. Condotte al X miglio della via Cornelia “in fundum qui vocatur Buxo” (l’attuale via Boccea) fu eseguita la sentenza: una (non si sa quale delle due) fu decapitata, l’altra uccisa a bastonate. I loro corpi, abbandonati alle bestie, furono raccolti poi da una matrona di nome Plautilla, a cui le sante avevano indicato il luogo del loro martirio invitandola alla conversione. Quella zona, fino allora chiamata Silva nigra (cioè Selva nera) fui poi chiamata Silva candida a ricordo di Rufina e Seconda, nonché dei santi Pietro e Marcellino, a loro volta decapitati in quella località. Sul sepolcro delle sante, secondo alcuni ad opera di papa Giulio I (pontefice dal 341 al 353), fu eretta una basilica che Adriano I restaurò e Leone IV arricchì di doni, mentre la regione circostante ebbe fin dal secolo V un proprio vescovo, inizialmente chiamato “di Selva candida”. Più tardi, quando la diocesi sotto Callisto II fu unita a quella suburbicaria di Porto, assunse la denominazione definitiva (che sussiste tuttora) di Porto e Santa Rufina. Papa Anastasio IV (1153-54) trasferì i corpi delle due sorelle nel Battistero Lateranense, dove tuttora riposano. L’antica basilica sulla via Cornelia andò in rovina, tanto che oggi non se ne può più nemmeno indicare l’esatta ubicazione.

 

lunedì 8 luglio 2024

Il Santo del giorno, orari S. Messa Friuli. Rosa mistica Cormons h 9,40



 





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09 LUGLIO

 

SANTA VERONICA GIULIANI

 

Mercatello, Urbino, 27 dicembre 1660 - Città di Castello, 9 luglio 1727

 

Nacque a Mercatello, nel Ducato di Urbino, ultima figlia di Francesco Giuliani e Benedetta Mancini. La coppia aveva avuto sette figlie femmine, tra le quali Orsola e due sue sorelle intrapresero la vita monastica. La madre morì quando lei aveva solo sette anni. Entrò nell'ordine delle Clarisse cappuccine nel 1677 a 17 anni, cambiando il nome da Orsola a Veronica per ricordare la Passione di Gesù. Nel 1716 diventò badessa del monastero di Città di Castello. Scrisse diario, Il tesoro nascosto, pubblicato postumo (l'edizione più nota è quella a cura di Pietro Pizzicaria del 1895), nel quale racconta la propria esperienza mistica. È considerata fra le più importanti contemplative-penitenti che il mondo occidentale abbia avuto.

 

 

PREGHIERA A SANTA VERONICA GIULIANI

 

Dal trono di gloria ove per la pianezza dei meriti foste sublimata, nostra amabile Santa Veronica, degnatevi ascoltare la umile e fervente preghiera che, stretti dalla tribolazione, vi rivolgiamo. Lo Sposo divino che tanto amaste e per il quale tanto soffriste ascolterà un solo palpito del vostro cuore che tante volte avvicinò al Suo e un semplice gesto della vostra mano, come la Sua, ferita dalle stimmate della passione. Dite voi al Signore le grandi necessità dell'anima nostra, tanto spesso arida, tentata e indolente. Dite quello che ci angustia in questo momento... Ditegli come un giorno: "Signore, con le vostre stesse ferite v'invoco; con il vostro stesso amore; se le grazie chieste verranno ad accrescere questo Vostro amore in chi lo aspetta, ascoltatemi, o Signore, esauditemi, o Signore". O cara Santa, vera immagine del Crocefisso, la vostra preghiera non sarà delusa, e noi, ancora una volta, potremo benedire il vostro nome ed il vostro patire che vi dette tanta luce di gloria e tanta potenza d'intercessione.

 

3 Pater, Ave, Gloria.

 

domenica 7 luglio 2024

Il Santo del giorno 8 luglio



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08 LUGLIO

 

SANTI AQUILA E PRISCILLA

 

Sposi e martiri del I secolo, discepoli di San Paolo

 

Aquila e Priscilla erano due coniugi giudeo - cristiani, molto cari all'apostolo Paolo per la loro fervente e molteplice collaborazione alla causa del Vangelo. Aquila, giudeo originario del Ponto, trasferitosi in tempo imprecisato a Roma, sposò Priscilla (o Prisca).L'apostolo intuì subito le buone qualità dei due coniugi, quando chiese di essere ospitato nella loro casa a Corinto. I due lo seguirono anche in Siria, fino ad Efeso. Qui istruirono nella catechesi cristiana Apollo, l'eloquente giudeo - alessandrino, versatissimo nelle Scritture, ma ignaro di qualche punto essenziale della nuova dottrina cristiana, come il battesimo di Gesù. Aquila e Priscilla fecero in modo di battezzarlo prima che partisse per Corinto. Niente si può asserire con certezza sul tempo, luogo e genere di morte di Aquila e Priscilla, dato che le uniche fonti su di essi sono citazioni bibliche. Alcuni identificano Priscilla con la vergine e martire romana Prisca e Aquila con qualcuno della gens Acilia, collegata con le Catacombe, perciò i due sarebbero martiri per decapitazione. (Avvenire)

 

 

PREGHIERA

 

Ti ringraziamo Signore per gli amici dell’Apostolo Paolo:Aquila e Priscilla sono stati una coppia che ha dato tutto a Te e che si è interamente consacrata alla diffusione del Tuo Vangelo. Pur mantenendo le loro responsabilità professionali, hanno aperto la loro casa a tutte le persone desiderose di conoscere il Signore Gesù. La nostra generazione è avida di vedere la testimonianza pratica di uomini e di donne, di coppie e famiglie che vivono il Vangelo; Aiutaci Signore nelle nostre giornate; facci capire che possiamo essere la prova che vivere le nostre giornate, le nostre azioni secondo la Tua Parola, trasforma l’esistenza e dà la vera felicità.

 

 

RIFLESSIONE 

 

Aquila e Priscilla, una coppia cristiana di sposi,  stretti collaboratori di S. Paolo a Corinto poi a Efeso ed infine a Roma. Possiamo definirla la prima coppia missionaria della storia della Chiesa. E’ una coppia di grande esempio sia per i fidanzati che hanno deciso di ricevere il sacramento del matrimonio che per gli sposi che lo hanno già ricevuto perché ci dicono con la loro vita come si dovrebbe vivere il Matrimonio Sacramento.

 

Di loro parlano diffusamente gli Atti e le lettere di S. Paolo. Aquila e Priscilla sono giudeo-cristiani originari del Ponto. Vivono a Roma, da dove devono fuggire, espulsi con gli altri ebrei per ordine dell’imperatore Claudio. Sono laici, che si spostano lungo le rotte commerciali del tempo. Vivono le dimensioni ampie del mondo greco-romano; abitano grandi città cosmopolite, punti di incontro di popoli e di culture. Ne sperimentano le tensioni e i conflitti. Sono artigiani e si guadagnano la vita fabbricando tende, come Paolo che incontrano a Corinto. A lui sono legati da vincoli di amicizia e collaborazione nel fondare quella chiesa. Seguono poi Paolo ad Efeso, dove restano quando Paolo riparte. Li troviamo alla fine di nuovo a Roma. E’ importante sottolineare l’unità di questi due coniugi. Quando S. Paolo ne parla li cita sempre entrambi. Sono sempre insieme, si muovono insieme da un posto all’altro, lavorano insieme, sono entrambi impegnati nella via di Dio.

 

Aquila e Priscilla hanno fatto della loro casa una vera chiesa domestica,  dove ci si incontra, si coltivano legami di fraternità, si prega insieme, si ascolta l’apostolo, si spezza il pane, ci si apre alla missione. Un’ulteriore lezione non trascurabile possiamo trarre dal loro esempio: ogni casa può trasformarsi in una piccola chiesa. Non soltanto nel senso che in essa deve regnare il tipico amore cristiano fatto di altruismo e di reciproca cura, ma ancor più nel senso che tutta la vita familiare, in base alla fede, è chiamata a ruotare intorno all’unica signoria di Gesù Cristo. Anzi potremmo ritenere che l’Apostolo indirettamente moduli la vita della Chiesa intera su quella della famiglia. E la vita coniugale responsabilmente impegnata a servizio di tutta la comunità cristiana. E troviamo in loro il modello della Chiesa, famiglia di Dio per tutti i tempi.

 

Santi e Beati Friuli TV orario Celebrazioni


 


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BEATA MARIA ROMERO MENESES

 

Granada di Nicaragua, 13 gennaio 1902 - 7 luglio 1977

 

Nata in a Granada in una famiglia benestante e affermata, si è donata interamente ai più poveri con fiducia totale nella Provvidenza. Cresciuta in una famiglia cristiana, fin dall'infanzia si sentì apostola fra i coetanei, ma sarà nel Costarica che Maria scoprirà la vera condizione dei poveri decidendo di dedicarsi a loro senza riserve. Dalla sua iniziativa nasceranno le misioneritas per fornire servizio ai poveri nei loro quartieri, nelle loro misere case: sorgeranno oratori, la Casita de la Virgen, sempre aperta alle necessità materiali e spirituali dei derelitti, l'Opera sociale Maria Ausiliatrice, la «cittadella», e la Asociación Ayuda Necesitados. Non solo opere: le cronache della sua vita narrano anche di preghiera, obbedienza, prodigi. E un amore forte per Gesù Eucaristia. Maria morì il 7 luglio 1977. 

 

 

PREGHIERA

(Colletta)

 

O Dio, Padre di ogni consolazione, che procuri al tuo popolo i segni della tua bontà e grazia, concedi a noi, per intercessione della beata Maria Romero, vergine, di poter consolare coloro che sono in ogni tribolazione e nel giorno del giudizio di essere annoverati tra i benedetti.

 

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con Te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

venerdì 5 luglio 2024

IL Santo del giorno e orari Messa in Friuli



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SANTO DEL GIORNO

SANTA MARIA GORETTI

06 luglio 

Liturgia del giorno:


Am 9, 11-15; Sal 84; Mt 9, 14-17.    


Questa martire della purezza, emula delle vergini dei primi secoli della Chiesa, nacque a Corinaldo (Ancona) il 16 ottobre 1890 da una famiglia povera. A10 anni perdette il padre e toccò alla giovanissima Maria prendersi cura dei fratelli più piccoli e dei bambini dei vicini di casa quando i loro familiari si recavano nei campi a lavorare. Nel 1899 la famiglia si trasferì a Ferriere di Conca, presso Nettuno in provincia di Roma, nella tenuta del conte Attilio Mazzoleni. Qui la santa visse gli ultimi tre anni di vita senza poter mai frequentare la scuola per la povertà della famiglia e per l’eccessiva distanza dai centri abitati.. Si distingueva per la sua pietà e per la sua grande devozione alla Vergine. Non tollerava i discorsi cattivi e diceva alla mamma, quando le raccomandava di stare attenta alle compagnie che frequentava: «Meglio morire piuttosto che dire parole brutte». Un diciottenne vicino di casa, Alessandro Serenelli, che aveva tentato diverse volte di insidiarla senza riuscirvi; nel pomeriggio del 5 luglio 1902, esasperato dalla resistenza della ragazzina, la pugnalò ripetutamente con un punteruolo, mentre lei gli diceva: «Dio non vuole che si facciano queste cose; tu vai all’inferno!». Portata all’ospedale dei Fatebenefratelli a Nettuno, fu sottoposta a intervento chirurgico senza successo. Il giorno seguente, dopo aver ricevuto la Comunione e aver perdonato al suo assassino, esclamò: «La Madonna mi chiama!”» e spirò. Il Serenelli fu poi condannato a 30 anni di lavori forzati: secondo la sua stessa testimonianza, nel 1910 si operò in lui una conversione dovuta a un sogno in cui gli era apparsa la giovane Maria; da quel momento la sua condotta cambiò e quando uscì dal carcere con tre anni di anticipo, fu accolto nella comunità dei Cappuccini delle Marche, dove morì a 89 anni dopo una vita di riparazione ed espiazione. Beatificata da Pio XII nel 1947, la Goretti fu da lui canonizzata il 24 giugno 1950, presente la mamma della santa.

 

DIRETTA MATER DEI WEB TV

IL Santo del giorno

  06 OTTOBRE   SANTA MARIA FRANCESCA   DELLE CINQUE PIAGHE DI GESU'   Santa Maria Francesca delle cinque piaghe, al secolo Anna Maria Ro...