martedì 3 giugno 2025

Almanacco Friuli 🔵 Meteo Proverbi semi-friulani


☀️🌙Sole e Luna
Palmanova (UD)

il Sole sorge alle ore 05:16 e tramonta alle ore 20:53

la Luna sorge alle ore 14:13 e tramonta alle ore 02:03
⚪ 11-06-2025
⚫ 25-06-2025


🌐Meteo 



🔷Frate indovino 


 

Vangelo del giorno 4 giugno . Clicca sulla foto 🎯


 Vangelo


Siano una cosa sola, come noi.


Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 17,11b-19


In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]

«Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.

Quand'ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.

Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità».


Parola del Signore 

Frate indovino


 ✨🙏❤️ Questo santo, l’apostolo dei sordomuti, è l’ennesima dimostrazione che Dio scrive diritto anche sulle righe storte. Nato a Napoli il 27 luglio 1848, nel 1863 entrò in seminario e dopo aver ricevuto la tonsura e gli ordini minori, fu escluso dal clero napoletano dal cardinale Riario Sforza che lo aveva giudicato «di scarsissimo talento». Ottenne comunque di essere incardinato nella diocesi di Rossano Calabro e, dopo aver concluso gli sudi, fu ordinato sacerdote nel 1871 a Napoli, dove da tempo si dedicava all’assistenza e all’educazione dei piccoli sordomuti. Voleva partire missionario in Cina, ma il suo direttore spirituale lo convinse che gli “infedeli” di cui doveva occuparsi erano proprio i non udenti. Pensava comunque che Napoli fosse il suo definitivo campo di lavoro, invece si trovò dirottato a Lecce fino al termine dei suoi giorni. Nel 1884 mentre si prodiga nell’assistere le vittime del colera, si ammala e viene dato per morto, ma è risanato miracolosamente per intercessione della Madonna di Pompei (il beato Bartolo Longo pubblica sul suo bollettino la notizia della guarigione). Intanto a Molfetta indirizza tre giovani donne alla vita religiosa e mette a punto le Regola di quella che sarà la congregazione delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori, che cominciano ad operare nella Pia Casa dei Sordomuti a Lecce, e successivamente anche a Molfetta e a Napoli. Nel 1893 si apre una casa anche a Bari mentre la Congregazione si espande creando a Trepuzzi un asilo infantile, a Bari un educandato per ragazze, a San Cesario un orfanotrofio, a Roma un pensionato per studentesse e a Castro Marina un orfanotrofio. Don Filippo si dedica quindi alla infanzia abbandonata e nel 1900 accoglie le prime tre bambine cieche. Nel 1902 acquista l’ex monastero delle Carmelitane Scalze a Lecce, che diventerà la Casa Madre delle sue suore. Muore il 4 giugno 1923. Beatificato da Giovanni Paolo II nel 1996, è da lui canonizzato il 15 ottobre 2006. Famiglia Cristiana ✨ 🙏 ❤️

Santo del giorno


 ✨🙏❤️ Questo santo, l’apostolo dei sordomuti, è l’ennesima dimostrazione che Dio scrive diritto anche sulle righe storte. Nato a Napoli il 27 luglio 1848, nel 1863 entrò in seminario e dopo aver ricevuto la tonsura e gli ordini minori, fu escluso dal clero napoletano dal cardinale Riario Sforza che lo aveva giudicato «di scarsissimo talento». Ottenne comunque di essere incardinato nella diocesi di Rossano Calabro e, dopo aver concluso gli sudi, fu ordinato sacerdote nel 1871 a Napoli, dove da tempo si dedicava all’assistenza e all’educazione dei piccoli sordomuti. Voleva partire missionario in Cina, ma il suo direttore spirituale lo convinse che gli “infedeli” di cui doveva occuparsi erano proprio i non udenti. Pensava comunque che Napoli fosse il suo definitivo campo di lavoro, invece si trovò dirottato a Lecce fino al termine dei suoi giorni. Nel 1884 mentre si prodiga nell’assistere le vittime del colera, si ammala e viene dato per morto, ma è risanato miracolosamente per intercessione della Madonna di Pompei (il beato Bartolo Longo pubblica sul suo bollettino la notizia della guarigione). Intanto a Molfetta indirizza tre giovani donne alla vita religiosa e mette a punto le Regola di quella che sarà la congregazione delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori, che cominciano ad operare nella Pia Casa dei Sordomuti a Lecce, e successivamente anche a Molfetta e a Napoli. Nel 1893 si apre una casa anche a Bari mentre la Congregazione si espande creando a Trepuzzi un asilo infantile, a Bari un educandato per ragazze, a San Cesario un orfanotrofio, a Roma un pensionato per studentesse e a Castro Marina un orfanotrofio. Don Filippo si dedica quindi alla infanzia abbandonata e nel 1900 accoglie le prime tre bambine cieche. Nel 1902 acquista l’ex monastero delle Carmelitane Scalze a Lecce, che diventerà la Casa Madre delle sue suore. Muore il 4 giugno 1923. Beatificato da Giovanni Paolo II nel 1996, è da lui canonizzato il 15 ottobre 2006. Famiglia Cristiana ✨ 🙏 ❤️

lunedì 2 giugno 2025

🎯Almanacco del giorno, Meteo Friuli




 ☀️🌙Sole e Luna

Palmanova (UD)


il Sole sorge alle ore 05:16 e tramonta alle ore 20:52


la Luna sorge alle ore 13:07 e tramonta alle ore 02:00

⚪ 11-06-2025

⚫ 25-06-2025

Frate indovino 3 giugno 🇮🇹🎯


 SAN CARLO LWANGA e COMPAGNI martiri                

Verso il 1880, giunse in Uganda, regione dell’Africa nera, un gruppo di religiosi inviati dalla Francia. Costoro furono ben accolti dal sovrano che li chiamò Padri Bianchi. La missione aveva successo, molte furono le conversioni e i battesimi. Il nuovo sovrano, però, non fu favorevole alla presenza dei missionari. Questo re era incline al vizio e la presenza dei Padri Bianchi valeva per lui come un rimprovero. Inoltre, il re faceva affari vendendo i suoi sudditi più robusti come schiavi, mentre i missionari erano contrari alla schiavitù. I Padri Bianchi furono costretti ad abbandonare l’Uganda, ma un gruppo di convertiti, che praticavano la purezza nei costumi e la pietà nei sentimenti, continuarono l’opera evangelizzatrice. Capo di questi Compagni era Carlo Lwanga. Il sovrano infastidito, ne ordinò la tortura sui carboni ardenti. Costoro non emisero né lamenti, né parole di odio, anzi li si sentiva pregare. Il sovrano ne ordinò l’uccisione.

PENSIERO SPIRITUALE
MEDITAZIONE SULLA SPERANZA
Ecco la stupenda realtà della speranza: confidando nel Signore si diventa come Lui, la sua benedizione ci trasforma in suoi figli, che condividono la sua vita. la speranza in Dio ci fa entrare, per così dire, nel raggio d’azione del suo ricordo, della sua memoria che ci benedice e ci salva.

Meditazione di papa Francesco


Santo del giorno ❤️ 3 giugno . Mater Dei Cristian TV Friuli 🇮🇹


 🕯 ✨IL SANTO DEL GIORNO 🕯 ✨

SAN GIOVANNI GRANDE

3 Giugno


Giovanni Grande, nato a Carmona (Andalusia), rimase orfano di padre all'età di quindici anni e fu mandato a Siviglia a lavorare presso un parente mercante di tessuti. Dopo aver appreso il mestiere esercitò il commercio nella sua città, ma a ventidue anni diede via tutti i suoi possedimenti e si ritirò in un eremo presso Marcena. Benché fin da adolescente avesse condotto una vita irreprensibile, aveva un profondo e costante senso del peccato e dell'indegnità, e forse il suo soprannome deriva dal fatto che si pensava l'ultimo degli uomini. Si faceva chiamare El grande pecador, e questo è il nome con cui è attualmente venerato in Spagna.


Un giorno vide lungo la strada due vagabondi ammalati; li portò nella sua capanna, li curò e si mise a chiedere elemosine per loro. Subito dopo questo fatto vide altra gente in cerca di aiuto e si sentì chiamato a lasciare la vita solitaria per svolgere un ministero tra i poveri. Andò a Jerez de la Frontera e prestò la sua opera nella prigione di quel luogo, occupandosi dei carcerati che vivevano in condizioni spaventose. Benché subisse insulti, ingratitudine e perfino percosse da alcuni di loro, li curava, chiedeva elemosina per loro e li assisteva, pensando che nessun uomo fosse escluso dall'amore di Dio.


Andò poi a lavorare in un vicino ospedale dove sopportò gli insulti e l'opposizione dei responsabili, urtati dal suo impegno verso gli ammalati, un rimprovero vivente alla loro negligenza e insensibilità, ma che impressionava favorevolmente quelli di fuori. Una famiglia abbiente costruì per lui un ospedale che subito si riempì di ammalati. Giovanni reclutò un gruppo di giovani desiderosi di seguire il suo esempio nel prendersi cura dei bisognosi. Per assicurare continuità alla sua opera la aggregò all'Ordine ospedaliero di S. Giovanni di Dio, di cui egli stesso divenne membro. Il fondatore, S. Giovanni di Dio (8 mar.), era morto a Siviglia quando Giovanni Grande aveva quattro anni.


Le iniziative di Giovanni non si fermarono all'ospedale: radunò orfani, li sfamò e li istruì; si diede da fare per procurare la dote matrimoniale alle ragazze povere. Continuò a interessarsi dei carcerati e quando, dopo l'assalto di Cadice da parte degli inglesi, trecento soldati spagnoli in fuga arrivarono a Jerez curò le loro ferite, li nutrì e diede loro abiti. A essi tutto questo sembrò il compiersi di un miracolo. Visse un'intensa vita di preghiera e se, dopo essere rapito in estasi durante la preghiera, si fosse trovato circondato da estranei esterrefatti, avrebbe chiesto loro perdono e se ne andava tranquillamente a capo chino per la sua strada. Nel 1600 a Jerez si prodigò per alleviare le sofferenze delle vittime della peste: ogni giorno morivano trecento persone, ed egli stesso contrasse il morbo. Morì all'età di cinquantaquattro anni, e fu beatificato da papa Pio IX nel 1853.


MARTIROLOGIO ROMANO. A Jerez nell’Andalusia in Spagna, san Giovanni Grande, religioso dell’Ordine di San Giovanni di Dio, che rifulse per la sua carità verso i prigionieri, gli abbandonati e gli emarginati e morì contagiato lui stesso dalla peste mentre curava i malati.



Vangelo del giorno ❤️ con ccare sulla foto 🎯


 🔔IL VANGELO DI OGGI📖


Dal Vangelo secondo GIOVANNI

17,1-11a.


In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse:

«Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te.

Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.

Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.

Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare.

E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse.

Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola.

Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te,

perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.

Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi.

Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro.

Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».

Almanacco Friuli meteo proverbi semi- friulani








 ☀️🌙 Sole e Luna

Palmanova (UD)


il Sole sorge alle ore 05:17 e tramonta alle ore 20:52


la Luna sorge alle ore 11:59 e tramonta alle ore 01:48

⚪ 11-06-2025

⚫ 25-06-2025


SAN FELICE DA NICOSIA religioso cappuccino                        

Felice nacque a Nicosia, in Sicilia, nel 1715, in una famiglia numerosa. Il padre calzolaio decise di farlo lavorare nella calzoleria, ma nel frattempo venne in contatto con la Congregazione dei Cappuccinelli, presso il convento di Nicosia. Egli testimoniava la sua spiritualità in ogni cosa quotidiana facesse e, infine, chiese di entrare come fratello laico nell'Ordine dei Cappuccini, ma non fu accolto. Si diede alla cura della famiglia, ma alla morte dei genitori, chiese nuovamente di essere ammesso tra i Cappuccini direttamente al Provinciale e ricevette il consenso. Pronunciata la professione fu inviato nel suo stesso paese di origine, dove per 43 anni esercitò il compito di questuante. Nel convento gli furono assegnati vari lavori: portinaio, ortolano, calzolaio e infermiere, mentre fuori era questuante. Aveva una particolare predilezione per i bambini, dalle tasche tirava fuori sempre qualcosa, una noce, delle nocciole, delle fave e le regalava ai fanciulli. Piccoli regali che gli offrivano l'opportunità di dare loro una breve lezione di catechismo. Aiutava i poveri, sosteneva gli ammalati e i più bisognosi, era solito andare a trovare i carcerati. 

Era trattato duramente dai superiori, spesso umiliato, ma fra’ Felice rispondeva: "Sia per l'amor di Dio". Amava distribuire delle striscioline di carta sulle quali scriveva le invocazioni alla Beata Vergine: erano per lui il rimedio per tutti i mali. Le appendeva alle porte delle abitazioni dei malati, dei poveri, dei bisognosi. Eventi miracolosi si susseguivano lì dove egli operava il bene e ciò accresceva la sua fama. In età avanzata, terminati i compiti più pesanti, si dedicò alla preghiera. Negli ultimi giorni di vita raccomandò la sua anima a san Francesco e alla Madonna e, chiuse gli occhi dopo aver chiesto al superiore l’obbedienza di morire.

domenica 1 giugno 2025

Vangelo di oggi 2 giugno


 🔔IL VANGELO DI OGGI📖


Dal Vangelo secondo GIOVANNI

16,29-33.


In quel tempo, i discepoli dissero a Gesù : «Ecco, adesso parli chiaramente e non fai più uso di similitudini.

Ora conosciamo che sai tutto e non hai bisogno che alcuno t'interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio».

Rispose loro Gesù: «Adesso credete?

Ecco, verrà l'ora, anzi è gia venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.

Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!».



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Santi e Beati


 🕯 ✨IL SANTO DEL GIORNO 🕯 ✨

SANTI MARCELLINO E PIETRO

2 Giugno


Marcellino e Pietro appartenevano al clero romano. Il primo era prete, l'altro esorcista. Insigni per virtù e per prodigi, erano ammirati e venerati da tutti i fedeli e nello stesso tempo oggetto di grande odio da parte dei persecutori.


S. Pietro venne arrestato per ordine del proconsole Sereno, e consegnato al capo delle carceri Artemio, perché fosse tenuto in dura prigionia. Ma anche tra le catene il Martire non seppe tacere il nome di Gesù, predicando agli stessi carcerieri. Di notte, mentre riposava nella prigione, venne miracolosamente liberato.


Non s'allontanò da Roma, ma si presentò ad Artemio che s'era burlato di lui e della sua fede in un Dio, come egli diceva, incapace di liberarlo dalle sue mani. Ciò non era stato opera dell'uomo e Artemio lo riconobbe, e piangendo credette in Gesù Cristo e con lui tutta la famiglia. La sua figliuola, vessata dal demonio, fu liberata e altre trenta persone e carcerati saputo il fatto si convertirono. Il Battesimo fu loro conferito da S. Marcellino, appositamente chiamato da S. Pietro.


Nel frattempo il giudice veniva colpito da grave malattia. Appena guarito, e venuto a conoscenza dell'accaduto, ne fu Più che mai sdegnato. Artemio si interpose, facendogli conoscere la santità della religione cristiana e quanto Dio aveva operato per mezzo dei suoi servi Pietro e Marcellino.


Ma ciò inviperì vieppiù il tiranno che condannò Artemio con tutta la sua famiglia a crudelissimi supplizi e citò dinanzi a sé i due Santi.


Questi, anziché venir meno, gli minacciarono i castighi preparati a quanti odiano Dio. Nuovamente condotti in prigione, Pietro fu stretto con ceppi e Marcellino disteso su cocci di vetro. Essi però dovevano ancora compiere del bene. Un Angelo li liberò e si portarono tra i Cristiani, dove per sette giorni confortarono e animarono i fedeli alla perseveranza finale. 


Presentatisi nuovamente al governatore, furono condannati e dopo essere stati costretti a scavarsi la propria tomba in una foresta vennero decapitati. I loro corpi, trovati da una matrona di nome Lucilla, furono deposti presso il sepolcro di S. Tiburzio che prese poi il nome di Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro.


PRATICA. Nelle difficoltà non dobbiamo scoraggiarci, ma dobbiamo riporre tutta la fiducia in Dio che è Padre potente ed amoroso e tutto dispone per la nostra santificazione.


PREGHIERA. O Signore, che ogni anno ci allieti con la solennità dei tuoi martiri gloriosi Marcellino e Pietro, fa' che il loro esempio ci infiammi sempre al bene.


MARTIROLOGIO ROMANO. Santi martiri Marcellino, sacerdote, e Pietro, esorcista, che, come riporta il papa san Damaso, furono condannati a morte durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano; condotti tra i rovi sul luogo del supplizio, ebbero l’ordine di scavarsi il sepolcro con le proprie mani, perché i corpi rimanessero nascosti a tutti, ma la pia donna Lucilla diede degna sepoltura alle loro sante membra a Roma sulla via Labicana nel cimitero ad Duas Lauros.



DIRETTA MATER DEI WEB TV

Santo del giorno