giovedì 5 giugno 2025

Santo del giorno.


 

🇮🇹🌿Pensieri di Padre Pio 

🔷 se il buon Dio vuole le prolungare 

L'ora della prova , non investigare il perché 😍




mercoledì 4 giugno 2025

Almanacco 6 giugno meteo proverbi friuli








☀️🌙Sole e Luna

Palmanova (UD)


il Sole sorge alle ore 05:15 e tramonta alle ore 20:54


la Luna sorge alle ore 15:18 e tramonta alle ore 02:18

⚪ 11-06-2025

⚫ 25-06-2025




 

Il Vangelo del giorno


 Vangelo


Siano perfetti nell'unità.


Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 17,20-26


In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]

«Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.

E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.

Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch'essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo.

Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».


Parola del Signore.

martedì 3 giugno 2025

Almanacco Friuli 🔵 Meteo Proverbi semi-friulani


☀️🌙Sole e Luna
Palmanova (UD)

il Sole sorge alle ore 05:16 e tramonta alle ore 20:53

la Luna sorge alle ore 14:13 e tramonta alle ore 02:03
⚪ 11-06-2025
⚫ 25-06-2025


🌐Meteo 



🔷Frate indovino 


 

Vangelo del giorno 4 giugno . Clicca sulla foto 🎯


 Vangelo


Siano una cosa sola, come noi.


Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 17,11b-19


In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]

«Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.

Quand'ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.

Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità».


Parola del Signore 

Frate indovino


 ✨🙏❤️ Questo santo, l’apostolo dei sordomuti, è l’ennesima dimostrazione che Dio scrive diritto anche sulle righe storte. Nato a Napoli il 27 luglio 1848, nel 1863 entrò in seminario e dopo aver ricevuto la tonsura e gli ordini minori, fu escluso dal clero napoletano dal cardinale Riario Sforza che lo aveva giudicato «di scarsissimo talento». Ottenne comunque di essere incardinato nella diocesi di Rossano Calabro e, dopo aver concluso gli sudi, fu ordinato sacerdote nel 1871 a Napoli, dove da tempo si dedicava all’assistenza e all’educazione dei piccoli sordomuti. Voleva partire missionario in Cina, ma il suo direttore spirituale lo convinse che gli “infedeli” di cui doveva occuparsi erano proprio i non udenti. Pensava comunque che Napoli fosse il suo definitivo campo di lavoro, invece si trovò dirottato a Lecce fino al termine dei suoi giorni. Nel 1884 mentre si prodiga nell’assistere le vittime del colera, si ammala e viene dato per morto, ma è risanato miracolosamente per intercessione della Madonna di Pompei (il beato Bartolo Longo pubblica sul suo bollettino la notizia della guarigione). Intanto a Molfetta indirizza tre giovani donne alla vita religiosa e mette a punto le Regola di quella che sarà la congregazione delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori, che cominciano ad operare nella Pia Casa dei Sordomuti a Lecce, e successivamente anche a Molfetta e a Napoli. Nel 1893 si apre una casa anche a Bari mentre la Congregazione si espande creando a Trepuzzi un asilo infantile, a Bari un educandato per ragazze, a San Cesario un orfanotrofio, a Roma un pensionato per studentesse e a Castro Marina un orfanotrofio. Don Filippo si dedica quindi alla infanzia abbandonata e nel 1900 accoglie le prime tre bambine cieche. Nel 1902 acquista l’ex monastero delle Carmelitane Scalze a Lecce, che diventerà la Casa Madre delle sue suore. Muore il 4 giugno 1923. Beatificato da Giovanni Paolo II nel 1996, è da lui canonizzato il 15 ottobre 2006. Famiglia Cristiana ✨ 🙏 ❤️

Santo del giorno


 ✨🙏❤️ Questo santo, l’apostolo dei sordomuti, è l’ennesima dimostrazione che Dio scrive diritto anche sulle righe storte. Nato a Napoli il 27 luglio 1848, nel 1863 entrò in seminario e dopo aver ricevuto la tonsura e gli ordini minori, fu escluso dal clero napoletano dal cardinale Riario Sforza che lo aveva giudicato «di scarsissimo talento». Ottenne comunque di essere incardinato nella diocesi di Rossano Calabro e, dopo aver concluso gli sudi, fu ordinato sacerdote nel 1871 a Napoli, dove da tempo si dedicava all’assistenza e all’educazione dei piccoli sordomuti. Voleva partire missionario in Cina, ma il suo direttore spirituale lo convinse che gli “infedeli” di cui doveva occuparsi erano proprio i non udenti. Pensava comunque che Napoli fosse il suo definitivo campo di lavoro, invece si trovò dirottato a Lecce fino al termine dei suoi giorni. Nel 1884 mentre si prodiga nell’assistere le vittime del colera, si ammala e viene dato per morto, ma è risanato miracolosamente per intercessione della Madonna di Pompei (il beato Bartolo Longo pubblica sul suo bollettino la notizia della guarigione). Intanto a Molfetta indirizza tre giovani donne alla vita religiosa e mette a punto le Regola di quella che sarà la congregazione delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori, che cominciano ad operare nella Pia Casa dei Sordomuti a Lecce, e successivamente anche a Molfetta e a Napoli. Nel 1893 si apre una casa anche a Bari mentre la Congregazione si espande creando a Trepuzzi un asilo infantile, a Bari un educandato per ragazze, a San Cesario un orfanotrofio, a Roma un pensionato per studentesse e a Castro Marina un orfanotrofio. Don Filippo si dedica quindi alla infanzia abbandonata e nel 1900 accoglie le prime tre bambine cieche. Nel 1902 acquista l’ex monastero delle Carmelitane Scalze a Lecce, che diventerà la Casa Madre delle sue suore. Muore il 4 giugno 1923. Beatificato da Giovanni Paolo II nel 1996, è da lui canonizzato il 15 ottobre 2006. Famiglia Cristiana ✨ 🙏 ❤️

lunedì 2 giugno 2025

🎯Almanacco del giorno, Meteo Friuli




 ☀️🌙Sole e Luna

Palmanova (UD)


il Sole sorge alle ore 05:16 e tramonta alle ore 20:52


la Luna sorge alle ore 13:07 e tramonta alle ore 02:00

⚪ 11-06-2025

⚫ 25-06-2025

Frate indovino 3 giugno 🇮🇹🎯


 SAN CARLO LWANGA e COMPAGNI martiri                

Verso il 1880, giunse in Uganda, regione dell’Africa nera, un gruppo di religiosi inviati dalla Francia. Costoro furono ben accolti dal sovrano che li chiamò Padri Bianchi. La missione aveva successo, molte furono le conversioni e i battesimi. Il nuovo sovrano, però, non fu favorevole alla presenza dei missionari. Questo re era incline al vizio e la presenza dei Padri Bianchi valeva per lui come un rimprovero. Inoltre, il re faceva affari vendendo i suoi sudditi più robusti come schiavi, mentre i missionari erano contrari alla schiavitù. I Padri Bianchi furono costretti ad abbandonare l’Uganda, ma un gruppo di convertiti, che praticavano la purezza nei costumi e la pietà nei sentimenti, continuarono l’opera evangelizzatrice. Capo di questi Compagni era Carlo Lwanga. Il sovrano infastidito, ne ordinò la tortura sui carboni ardenti. Costoro non emisero né lamenti, né parole di odio, anzi li si sentiva pregare. Il sovrano ne ordinò l’uccisione.

PENSIERO SPIRITUALE
MEDITAZIONE SULLA SPERANZA
Ecco la stupenda realtà della speranza: confidando nel Signore si diventa come Lui, la sua benedizione ci trasforma in suoi figli, che condividono la sua vita. la speranza in Dio ci fa entrare, per così dire, nel raggio d’azione del suo ricordo, della sua memoria che ci benedice e ci salva.

Meditazione di papa Francesco


Santo del giorno ❤️ 3 giugno . Mater Dei Cristian TV Friuli 🇮🇹


 🕯 ✨IL SANTO DEL GIORNO 🕯 ✨

SAN GIOVANNI GRANDE

3 Giugno


Giovanni Grande, nato a Carmona (Andalusia), rimase orfano di padre all'età di quindici anni e fu mandato a Siviglia a lavorare presso un parente mercante di tessuti. Dopo aver appreso il mestiere esercitò il commercio nella sua città, ma a ventidue anni diede via tutti i suoi possedimenti e si ritirò in un eremo presso Marcena. Benché fin da adolescente avesse condotto una vita irreprensibile, aveva un profondo e costante senso del peccato e dell'indegnità, e forse il suo soprannome deriva dal fatto che si pensava l'ultimo degli uomini. Si faceva chiamare El grande pecador, e questo è il nome con cui è attualmente venerato in Spagna.


Un giorno vide lungo la strada due vagabondi ammalati; li portò nella sua capanna, li curò e si mise a chiedere elemosine per loro. Subito dopo questo fatto vide altra gente in cerca di aiuto e si sentì chiamato a lasciare la vita solitaria per svolgere un ministero tra i poveri. Andò a Jerez de la Frontera e prestò la sua opera nella prigione di quel luogo, occupandosi dei carcerati che vivevano in condizioni spaventose. Benché subisse insulti, ingratitudine e perfino percosse da alcuni di loro, li curava, chiedeva elemosina per loro e li assisteva, pensando che nessun uomo fosse escluso dall'amore di Dio.


Andò poi a lavorare in un vicino ospedale dove sopportò gli insulti e l'opposizione dei responsabili, urtati dal suo impegno verso gli ammalati, un rimprovero vivente alla loro negligenza e insensibilità, ma che impressionava favorevolmente quelli di fuori. Una famiglia abbiente costruì per lui un ospedale che subito si riempì di ammalati. Giovanni reclutò un gruppo di giovani desiderosi di seguire il suo esempio nel prendersi cura dei bisognosi. Per assicurare continuità alla sua opera la aggregò all'Ordine ospedaliero di S. Giovanni di Dio, di cui egli stesso divenne membro. Il fondatore, S. Giovanni di Dio (8 mar.), era morto a Siviglia quando Giovanni Grande aveva quattro anni.


Le iniziative di Giovanni non si fermarono all'ospedale: radunò orfani, li sfamò e li istruì; si diede da fare per procurare la dote matrimoniale alle ragazze povere. Continuò a interessarsi dei carcerati e quando, dopo l'assalto di Cadice da parte degli inglesi, trecento soldati spagnoli in fuga arrivarono a Jerez curò le loro ferite, li nutrì e diede loro abiti. A essi tutto questo sembrò il compiersi di un miracolo. Visse un'intensa vita di preghiera e se, dopo essere rapito in estasi durante la preghiera, si fosse trovato circondato da estranei esterrefatti, avrebbe chiesto loro perdono e se ne andava tranquillamente a capo chino per la sua strada. Nel 1600 a Jerez si prodigò per alleviare le sofferenze delle vittime della peste: ogni giorno morivano trecento persone, ed egli stesso contrasse il morbo. Morì all'età di cinquantaquattro anni, e fu beatificato da papa Pio IX nel 1853.


MARTIROLOGIO ROMANO. A Jerez nell’Andalusia in Spagna, san Giovanni Grande, religioso dell’Ordine di San Giovanni di Dio, che rifulse per la sua carità verso i prigionieri, gli abbandonati e gli emarginati e morì contagiato lui stesso dalla peste mentre curava i malati.



Vangelo del giorno ❤️ con ccare sulla foto 🎯


 🔔IL VANGELO DI OGGI📖


Dal Vangelo secondo GIOVANNI

17,1-11a.


In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse:

«Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te.

Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.

Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.

Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare.

E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse.

Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola.

Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te,

perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.

Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi.

Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro.

Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».

DIRETTA MATER DEI WEB TV

Santo del giorno . Orari messa friuli

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