martedì 30 settembre 2025

🇮🇹🌞✝️Vangelo del giorno 1/10 Di Tele Mater Dei Cristian Friuli TV


 VANGELO DI OGGI


Dal Vangelo secondo Luca (9,57-62):


Mentre Gesù e i suoi discepoli andavano lungo la strada, uno gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada».

Gesù rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».

A un altro disse: «Seguimi».

Egli rispose: «Lascia che io vada prima a seppellire mio padre».

Egli rispose: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va' e annuncia il regno di Dio».

Un altro gli disse: «Ti seguirò, Signore; ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa mia».

Gesù rispose: «Chiunque mette mano all'aratro e poi si volta indietro, non è adatto per il regno di Dio».


Parola del Signore

Ti lodiamo, Signore

🌈🕊️🔵Il Santo del giorno 1 ottobre


 SANTO DEL GIORNO.


Oggi, 1° ottobre, celebriamo Santa Teresita del Niño Jesus, Vergine Carmelitana e Dottore della Chiesa.


Storia di Santa Teresita del Niño Jesus.


• Nome completo: Teresa di Lisieux (Teresa Martin).

• Nascita: 2 gennaio 1873 ad Alençon, Francia.

• Vita:

• Entrò nel Carmelo di Lisieux giovanissimo (15 anni), con un ardente desiderio di donarsi a Dio.

• Fu caratterizzato dal suo "cammino spirituale": un cammino di semplicità, umiltà e totale fiducia nell'amore misericordioso di Dio.

• Non compì grandi opere esteriori, ma nella sua vita quotidiana offrì tutto come un atto d'amore, dalle più piccole alle più difficili.

• La sua autobiografia, Storia di un'anima, divenne un classico spirituale letto in tutto il mondo.

• • Morte: Morì di tubercolosi all'età di 24 anni, il 30 settembre 1897.

• Canonizzazione: Fu dichiarata santa nel 1925 e proclamata Dottore della Chiesa nel 1997 da San Giovanni Paolo II.

• Patrocinio: È patrona delle missioni e una delle sante più amate dalla Chiesa cattolica.


🙏 Preghiera a Santa Teresita del Niño Gesù


“Santa Teresita del Niño Gesù,

tu che hai trovato l'amore affidato e hai seguito il cammino della santità,

insegnaci a vivere con gioia anche la più piccola parte di ogni giorno.

Intercedi per noi affinché, abbandonandoci all'amore di Dio,

possiamo crescere in umiltà, fiducia e dedizione.

Fa' che ti diamo la grazia di cui abbiamo tanto bisogno (esprimere la richiesta qui).

Amen.”

lunedì 29 settembre 2025

🔵🕊️🌿Il Santo del giorno 30/09 San Girolamo Da Stridone ❤️ Istria


 SANTO DEL GIORNO

Biografia ed eredità di San Girolamo


Ecco un riassunto della sua vita e dei suoi contributi più importanti:

• Nacque intorno al 342-347 a Stridone, una città al confine tra Dalmazia e Pannonia (oggi confine tra Croazia e Slovenia).


• Studiò letteratura, filosofia e teologia a Roma.

• Si dedicò allo studio delle Scritture, imparò l'ebraico, il greco e il latino e visse per diversi anni come eremita in Oriente (Siria e Palestina).


• La sua opera più famosa fu la traduzione della Sacra Scrittura in latino, basata sui testi originali in ebraico e greco. Questa versione latina è conosciuta come Vulgata.


• Scrisse anche ampi commentari biblici, lettere e trattati teologici.

• Sebbene fosse molto rigoroso e critico, il suo amore per la verità e le Scritture lo distinguevano. • Morì a Betlemme intorno all'anno 420.

• Fu dichiarato Dottore della Chiesa in riconoscimento del suo brillante contributo alla comprensione biblica e alla dottrina cattolica.


San Girolamo è considerato il patrono dei traduttori, dei bibliotecari e degli studiosi delle Scritture.


Preghiera


“O beato San Girolamo, nostro Patrono e guida, ti chiediamo umilmente di intercedere per noi presso Dio e di far sì che le nostre richieste trovino risposta. Benedici i poveri, i malati, i disoccupati. Concedi le tue benedizioni anche alle coppie sposate, ai giovani e agli anziani. Possano coloro che hanno sentito la chiamata a servire nella tua Chiesa ricevere una grazia speciale in questo giorno. Amen.”

🌈🕊️🇮🇹Il Vangelo del giorno 30 settembre


 VANGELO DI OGGI

Lettura dal Santo Vangelo secondo Luca (9,51-56):


Mentre si compiva il tempo in cui sarebbe stato elevato in cielo, Gesù decise di andare a Gerusalemme. Mandò dei messaggeri davanti a sé. Lungo il cammino, entrarono in un villaggio della Samaria per preparargli un posto. Ma essi non lo accolsero, perché era diretto a Gerusalemme.

Vedendo ciò, i suoi discepoli Giacomo e Giovanni gli dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?».

Ma egli, voltatosi, li rimproverò e disse: «Voi non sapete di quale spirito siete; il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per perire gli uomini, ma per salvarli».

E andarono in un altro villaggio.


Parola del Signore

Ti lodiamo, Signore.

domenica 28 settembre 2025

🕊️✝️🌈VANGELO DEL GIORNO



 

Vangelo


Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo.


Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 1,47-51

 

In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».

Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».


Parola del Signore.

🌿🕊️🌈Io Santi del giorno


 🕯 ✨IL SANTO DEL GIORNO 🕯 ✨

SAN VENCESLAO

28 Settembre


S. Venceslao, re di Boemia, era figlio di Uratislao e di Drahomira e nipote di Boivoro, primo duca cristiano di Boemia e della beata Ludmilla. Suo padre Uratislao era un principe virtuoso, valoroso e benigno, ma la madre Drahomira, atea e pagana, univa ad una alterigia diabolica una grande crudeltà e perfidia. Venceslao ebbe anche un fratello più giovane, di nome Boleslao, perfido come la madre.


Ludmilla, nonna di questi due principi, volle Venceslao presso di sé, premendole educare l'erede secondo le massime del Cristianesimo. Venceslao ebbe per maestro un prete di santità e prudenza non comune, alle cui cure corrispose lodevolmente, mostrando già in tenera età il suo amore per lo studio e la virtù. Fu messo in seguito a compire gli studi in un collegio di Praga.


Era ancor giovane, quando gli morì il padre. La madre Drahomira allora prese le redini del regno. Questa pessima donna sfogò il suo odio contro il Cristianesimo, facendo atterrare le chiese, proibendo il culto pubblico e persino l'insegnamento della religione cristiana ai fanciulli. Revocò tutte le leggi emanate dal marito Uratislao in favore dei cristiani e scacciò i magistrati che non si professavano pagani. Gran numero di fedeli furono vittime di questo suo odio.


Non è a dire quanto grande fosse il dolore di Ludmilla per queste cose e quanto raddoppiasse i suoi sforzi e le sue preghiere perché Venceslao, erede al trono, un giorno ponesse termine a questi mali. E appena fu possibile, incitò Venceslao a prendere in mano le redini del governo, assicurando da parte sua protezione, preghiera e consiglio. Ma bisognava fare i conti col fratello Boleslao, educato e sostenuto dalla perfida Drahomira. Si decise di dividere il regno: la parte preponderante toccò a Boleslao e la Boemia propriamente detta rimase a Venceslao. Non contenta Drahomira volle sopprimere anche la pia Ludmilla, rea di aver educato cristianamente Venceslao. La fece infatti strangolare nel suo oratorio mentre stava in orazione. Ludmilla è venerata come martire di Boemia e la Chiesa ne celebra la solennità il 16 di settembre. Intanto scoppiò la guerra: Radislao, principe di Gurima, si portò con una potente armata negli stati del nostro santo; Venceslao. per difendersi prese anch'egli le armi. Quando i due eserciti si trovarono di fronte, Venceslao, divinamente ispirato, propose a Radislao di affidare l'esito della contesa a un duello, per impedire in tal modo spargimento di sangue innocente. Il principe di Gurima accettò, certo di vincere. Ma ecco che mentre combattevano, due Angeli si posero ai fianchi di Venceslao, dandogli la vittoria.


Lo zelo di Venceslao nel reprimere i disordini della nobiltà e difendere gli oppressi, gli attirarono molti nemici, e la stessa sua madre si mise a capo della congiura. A tradimento lo invitò nel suo palazzo, ed una notte, mentre Venceslao si recava a pregare, lo fece barbaramente trucidare. Era l'anno 936.


PRATICA. La preghiera deve essere sempre il nostro conforto, anche nelle più atroci pene.


PREGHIERA. O Dio, che per mezzo della palma del martirio trasferisti il beato Venceslao dal principato terreno alla gloria celeste, custodiscici per le sue preghiere da ogni avversità, , e concedici di gioire della sua compagnia.


MARTIROLOGIO ROMANO. San Venceslao, martire: duca di Boemia, fu educato alla sapienza umana e divina dalla zia paterna Ludmilla e, pur severo con sé stesso, fu però uomo di pace nell'amministrare il regno e misericordioso verso i poveri e riscattò in massa gli schiavi pagani in vendita a Praga, perché fossero battezzati; dopo avere affrontato molte difficoltà nel governare i suoi sudditi e nell'educarli alla fede, tradito da suo fratello Boleslao, fu ucciso in chiesa a Stará Boleslav in Boemia da alcuni sicari.

sabato 27 settembre 2025

🌿🕊️🌈Vangelo della Domenica


 🔔IL VANGELO DI OGGI📖


Dal Vangelo secondo LUCA

16,19-31.


In quel tempo, Gesù disse ai farisei: « C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente.

Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe,

bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe.

Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto.

Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui.

Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura.

Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti.

Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi.

E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre,

perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento.

Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro.

E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno.

Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi ».



venerdì 26 settembre 2025

🌿Santo del Giorno 27/09


 

SAN VINCENZO DE’ PAOLI sacerdote, fondatore                             

Vincenzo nacque nelle Lande, in Francia, nel 1581, da famiglia contadina. Fece il guardiano di porci per pagarsi gli studi. A 19 anni fu consacrato sacerdote. Nel 1610, fu cappellano elemosiniere della Regina Margherita di Valois. Egli considerava il sacerdozio come un’opportunità di riscatto dell’uomo, ma l’accusa di un furto da cui non volle difendersi e altre esperienze, cominciarono a dirigere il suo sguardo su nuovi valori. Comprese che il sacerdote è un uomo “mangiato” e che nell’eucarestia è sacerdote e vittima. Cominciò a sperimentare la bellezza della cura delle anime e dello spendersi per il prossimo. Vincenzo prese a cuore le persone misere, sole e abbandonate e, oltre a sollecitare la solidarietà dei parrocchiani, volle fare di più: fondò le “Compagnie della Carità”, un’associazione laicale per organizzare l’assistenza delle famiglie povere attraverso la visita personale a domicilio. Riflettè anche sulla possibilità di coinvolgere il mondo aristocratico e religioso nelle opere di carità e, soprattutto, di renderle un impegno a tempo pieno. Grazie all’aiuto di santa Luisa de Marillac (che ben interpretò il carisma vincenziano), le dame cooperarono con le Figlie della Carità. Una vera rivoluzione: le religiose poterono operare anche fuori dei conventi al servizio dei poveri. Vincenzo fu una di quelle figure che la storia dona all’umanità: pastore zelante, umile, amante della carità, meritevole di aver cambiato l’atteggiamento nei confronti dei poveri, cioè di avvicinarli e soccorrerli, ispirandosi alla carità evangelica, che vede nel povero la persona di Cristo.

🕊️✝️ Vangelo del Giorno Sabato 29/09


 

Sabato 27 settembre; la Chiesa commemora San Vincenzo de Paoli, sacerdote e fondatore della Congregazione della Missione per predicare tra i poveri e formare il clero, e le "Figlie della Carità", che si dedicano all'assistenza dei malati, orfani e bisognosi. La sua opera caritativa si estese a Parigi e oltre, creando ospedali e missioni. La sua influenza raggiunse anche la corte di Francia, dove si oppose a politiche ingiuste e organizzando aiuti per i poveri, diventando un simbolo di carità e di lotta contro il giansenismo.

E' riconosciuto come uno dei grandi santi caritatevoli, e la sua eredità vive nelle opere presenti in tutto il mondo.

Il #VangelodelGiorno secondo Luca 9,43-45


In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».

Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.


Parola del Signore

giovedì 25 settembre 2025

✝️🕊️vangelo del giorno


 

Venerdì 26 settembre: la Chiesa commemora i Santi Cosma e Damiano, fratelli gemelli, noti anche come santi medici. L’attenzione ai malati è stata la leva centrale della loro vita che si snoda nel terzo secolo, al tempo delle persecuzioni contro i cristiani. Curano i malati senza farsi pagare e, per questo, sono soprannominati anàrgiri, parola greca che significa “senza argento”.  

Cosma e Damiano non si limitavano a prestare le cure ai malati; la loro attività di medici itineranti divenne ben presto un modo anche per diffondere la carità e la parola di Gesù. Curavano quindi non solo il corpo, ma anche le anime di chi si rivolgeva a loro. Furono molti i pagani infatti che, grazie all’attività dei due fratelli, si accostarono alla religione cristiana.

Ma proprio per questo motivo i due fratelli finirono presto sotto la lente persecutoria dell’imperatore Diocleziano, per nulla tenero con i fedeli di religione cristiana, che nel 303 d.C. li fece arrestare in Cilicia quindi li sottopose ad un atroce martirio.

Il #VangelodelGiorno secondo Luca 9,18-22


Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».

Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».

Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».


Parola del Signore

🌿✝️Santi e Beati


 

SANTO DEL GIORNO

La Chiesa cattolica commemora principalmente i Santi Cosma e Damiano, martiri e fratelli gemelli.


Storia


• Secondo la tradizione, Cosma e Damiano vissero nel III secolo (o all'inizio del IV secolo) nella regione dell'Asia Minore o Siria e si dedicarono alla medicina.


• Si dice che praticassero la medicina gratuitamente, senza chiedere alcun compenso, come espressione della loro fede e del servizio al prossimo (motivo per cui sono conosciuti in Oriente anche come "anargyroi", che significa "i senza denaro").


• Durante la persecuzione dell'imperatore Diocleziano (fine III/inizio IV secolo), furono arrestati per aver professato la fede cristiana e condannati al martirio.

• Diverse leggende narrano di molteplici metodi di tortura che non li colpirono (fuoco, frecce, immersione), fino alla decapitazione.

• Il loro culto si diffuse rapidamente sia in Oriente che in Occidente. I loro nomi furono inclusi nel Canone Romano (la Preghiera Eucaristica) come santi venerati in tutta la Chiesa.

• A Roma si trova la Basilica dei Santi Cosma e Damiano, costruita su un antico tempio pagano chiamato "Tempio di Romolo" e dedicata nel VI secolo al culto di questi martiri.

• Nel corso dei secoli, sono stati considerati patroni di medici, chirurghi, farmacisti e malati.


Preghiera ai Santi Cosma e Damiano (per la salute).


Gloriosi Santi Cosma e Damiano,

con l'umiltà e la fiducia di un figlio devoto,

mi prostro davanti a voi pieno di fede

per implorare la vostra potente protezione.


La pietà che avete dimostrato verso coloro che soffrono

mi incoraggia a pregare per la guarigione di (nome della persona).


So che una vostra parola può ottenere

dal Signore questa grazia tanto attesa.

Vi prego di ascoltare la mia supplica.


Gloria al Padre…


Coraggiosi Martiri, potete far sì che

nostro Signore Gesù Cristo ascolti le mie preghiere;

Colui che ha viaggiato per tutta la Palestina beneficiando tutti e guarendo i malati,

non potrà ignorare i miei gemiti,

se le mie preghiere giungono a Sua Maestà

attraverso la vostra potente intercessione.


Gloria al Padre…


Potenti Santi, i vostri cuori sempre infiammati

dal sacro fuoco del Redentore,

hanno confortato coloro che si sono rivolti a voi con fede

nelle tribolazioni della vita.


Sono certo che non sarò deluso

nella mia speranza di guarigione del corpo e dell'anima.


Gloria al Padre…

mercoledì 24 settembre 2025

Santo del giorno


 


SAN CLEOFA discepolo di Gesù                                    

Cleofa è uno dei due discepoli che il giorno della risurrezione di Cristo, sulla strada di Emmaus, fu avvicinato da Gesù Risorto, ma che non riconobbe per la tristezza e la delusione che riempiva il suo cuore per la morte e la scomparsa del corpo del suo Signore. I due discepoli ascoltavano con interesse le parole di speranza dello sconosciuto, che spiegava loro le Scritture e, che solo al momento dello “spezzare del pane”, lo riconobbero. Probabilmente, Cleofa detto anche Alfeo, era il padre di Giacomo il Minore e di Giuseppe, fratelli, cioè cugini, del Signore. Egli era anche sposo di quella Maria, detta sposa di Cleofa e sorella della Madre di Gesù, presente con le altre pie donne sul Calvario. Inoltre, sembra che Cleofa fosse fratello di san Giuseppe e padre di Giuda e Simone; Simone successe a Giacomo il Minore come vescovo di Gerusalemme. Fu padre di tre apostoli. Cleofa nacque a Emmaus e come testimone della risurrezione, si dedicò alla predicazione. Morì martire, ucciso dai Giudei che mal sopportavano la sua fede. 

Egli è l’immagine della nostra solitudine, quando non sappiamo che Gesù ci cammina accanto; della nostra angoscia, quando nel cuore si fa sera; della nostra desolazione, quando non ci accorgiamo che Gesù è entrato nella nostra casa e non sappiamo vederlo.

🇮🇹🌞METEO FRIULI 25/09 💥VARIABILE 🌞 IN MIGLIORAMENTO


 ⚠️25 settembre Meteo de Legno ecosostenibile ⭕⚠️🟨 meteo in MIGLIORAMENTO ma variabile 

🌦️🌞

precipitazioni sporadiche in ambito variabile 🔴

 Temperature max 22* 



Neve ALPI ANCORA NO ..

Ghiaccio in spritz mancante

Oggi 🔴 h 5:50.temp. +/10,9* (che c'è ne frega direte😭🥵)

Oggi max 22tanto umido paio reumi

🛎️Luna nuova primo quarto 💥

 . ⭕Attenzione . Wurstel e capuzzi ai nastri di partenza


Il cane 🐶 .dorme e sogna luganighe... Degustas Refosco e Rakija domacja 🎯🤣🐷🐷🐷😱🌞⚡


🎯 Buon quarto di autunno 🍻 🌞 Vin brulé . N.B. fino a venerdì meteo variabile 🌞🌦️

🙏Frate indovino


 

martedì 23 settembre 2025

Madonna della Mercede ❤️🌈


 Mercoledì 24 settembre; la Chiesa commemora la Beata Vergine Maria della Mercede. Mercede deriva dallo spagnolo merced, a sua volta tratto dal latino merces, che significa prezzo, ricompensa gratuita, grazia; quindi, il nome Madonna della Mercede va inteso come Signora della grazia gratuita, cioè Signora della misericordia. È considerata l’ispiratrice della fondazione dell’antico Ordine della Mercede, voluto da San Pietro Nolasco, alla cui storia è strettamente correlato. In quell’epoca la Penisola iberica era per buona parte sotto il dominio musulmano e spesso i cristiani venivano catturati e condotti in schiavitù nei Paesi arabi, per lavorare presso i notabili del posto. La Fondazione dei Mercedari aveva l'obbiettivo di redimere i cristiani deportati, spesso costretti a rinunciare al proprio credo.

La ‘redenzione’ avveniva con il pagamento di un riscatto in denaro, versato al padrone mediante una terza persona; la somma variava a seconda dell’età, delle condizioni sociali, economiche e fisiche dei riscattandi. La caratteristica dei Mercedari era proporsi al posto di uno schiavo se il denaro non bastava a liberarlo e rimanere prigionieri fino all’arrivo della somma; non sempre la cifra arrivava tempestivamente, e allora il religioso veniva ucciso per vendetta.

Il #VangelodelGiorno secondo Luca 9,1-6


In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.

Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro».

Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.


Parola del Signore

lunedì 22 settembre 2025

Oggi Sa Padre Pio ❤️



 SAN PIO da PIETRELCINA cappuccino (23 settembre)

Francesco Forgione nacque a Pietrelcina nel 1887 da famiglia contadina. Egli già da bambino riceveva le visite di Gesù e di Maria e vedeva i demoni e gli angeli. Consacrato sacerdote nell’Ordine dei frati Cappuccini, prese il nome di Pio. I primi anni fu costretto a rientrare nella casa paterna, perché una malattia fece presagire la sua fine. Ripresosi, fu trasferito nel Convento di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo, dove iniziò il suo apostolato del confessionale. Un numero indecifrabile di uomini e donne, da ogni dove, accorrevano per essere ascoltati dal frate, perché i loro peccati fossero lavati. Era il suo ministero, ricondurre le anime a Dio e, per tutte le ore passate nel confessionale, attingeva la forza dalla preghiera e dall’altare. Per assolvere a questo impegno, padre Pio patì sofferenze fisiche e morali. Il 20 settembre 1918, il cappuccino ricevette le stimmate della Passione di Cristo che rimasero aperte, dolorose e sanguinanti pe cinquant’anni. Padre Pio fu visitato da molti medici, subì incomprensioni e calunnie per le quali tollerò ispezioni canoniche. Egli si considerava “figlio dell’obbedienza” e sopportò tutto con serafica pazienza. Venne anche sospeso “a divinis” dall’esercizio dei ministeri (aveva il permesso di celebrare la santa messa a porte chiuse). Solo dopo alcuni anni, prosciolto dalle accuse calunniose, venne reintegrato nel suo ministero sacerdotale. La Vergine è il centro della spiritualità di Padre Pio, il segreto della sua santità. Ella era il suo rifugio e la sua protezione contro gli attacchi del demonio, che subiva costantemente. Fondò i “Gruppi di preghiera” per far pregare e far recitare il santo Rosario. Egli stesso, durante il giorno e la notte sgranava sempre la corona del Rosario. Esortava i suoi figli spirituali a pregare il Rosario e a imitare la Madonna nelle sue virtù quotidiane, quali l’umiltà, la pazienza, il silenzio, la purezza, la carità. A Lei dedicò la “Casa Sollievo della Sofferenza”, l’ospedale che realizzò per sollevare i dolori e le miserie, ponendo la sua fiducia nella divina provvidenza, perché arrivassero gli aiuti necessari. Il suo testamento spirituale fu: “Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il Rosario”. Chiuse gli occhi il 23 settembre 1968, e come gli era stato predetto dal Signore, le stimmate scomparvero. Grande fu la devozione che i fedeli subito espressero verso di lui, considerandolo già santo nei loro cuori, uno dei santi più amanti nel mondo.

✝️🙏🆕 MIRACOLO A S.ANTONIO DI CAPODISTRIA 22/09



 In seguito a grave incidente stradale tra 2 camion che hanno coinvolto ben 2 abitazioni private ; 

La  nicchia votiva dedicata a Madonna di Lourdes non ha subito nemmeno un graffio , 



❤️✝️Miracolo 

domenica 21 settembre 2025

Santo del giorno solennità


 SANTO DEL GIORNO

Oggi celebriamo San Matteo, apostolo ed evangelista.


🕊 Storia di San Matteo


• Matteo è anche chiamato Levi; era un esattore delle tasse a Cafarnao, un'occupazione disprezzata ai suoi tempi da molti ebrei perché in qualche modo collaborava con il potere romano.

• Tuttavia, Gesù lo chiama: "Vieni e seguimi" (o una frase simile). Matteo lascia il suo incarico, la sua vita precedente, e diventa un discepolo di Gesù.

• Gli viene attribuito l'autore del Vangelo di Matteo, parte del Nuovo Testamento. Il suo Vangelo è considerato uno dei più antichi e si ritiene che sia stato originariamente scritto per le comunità cristiane di origine ebraica o con una forte influenza ebraica.

• È il santo patrono di banchieri, contabili ed esattori delle tasse; è invocato anche da coloro che lavorano nella riscossione delle tasse, nella contabilità e nella finanza.


🙏 Preghiera a San Matteo


Ecco una preghiera che puoi usare per chiedere la sua intercessione:


Preghiera a San Matteo, Apostolo ed Evangelista

San Matteo, tu che sei stato chiamato da Gesù dal tuo lavoro di pubblicano, abbandonando ciò che eri per seguire il Signore,

intercedi per noi oggi presso il Padre.

Dacci la grazia di riconoscere anche noi la chiamata di Gesù,

e di cambiare vita, abbandonando ciò che ci allontana da Lui.

Concedici, Signore, la buona volontà di servirti fedelmente,

la saggezza per decidere con giustizia e la forza per fare la tua volontà.

Che possiamo, come Matteo, vivere con gratitudine, evangelizzando con le nostre parole e azioni.

Amen.

Vangelo di oggi

 

Vangelo del 21 settembre

Lettura del Vangelo di Luca (16,1-13):


A quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

"Un uomo ricco ha un amministratore, accusato di dissipare i suoi beni.

Allora, chiamandolo, disse:

"Qual è il tuo onore? Per favore, parlami della tua amministrazione, perché d'ora in poi non sarai più in grado di amministrare".

L'amministratore iniziò a pensare:

"Che cosa ho fatto, visto che il mio signore sta buttando via la mia amministrazione? Non ho la forza di scavare; ho la vergogna di mendicare". "So cosa farò affinché, quando lascerò l'amministrazione, trovi qualcuno che mi accolga".

Chiamò uno per uno i servi del suo signore e chiese per primi:

"Quanto hai da dirmi?"

O qualcuno rispose:

"Ci sono barili d'olio".

Disse-lhe:

"Incolla la ricevuta; siediti e scrivi 50."

Poi fai un'altra domanda:

"Ehi, quanto devi?"

Lui rispose:

"Cem alqueires de wheat."

E disse:

"Incolla la ricevuta e scrivila."

E un signore loda o un amministratore ingiusto, perché agisce con astuzia. In verità, i figli di questo mondo sono più astuti dei figli che danno loro la luce.

E a voi dico: fatevi degli amici come il denaro dell'ingiustizia, così che, quando vi mancheranno i vostri beni, possiate ricevere le dimore eterne.

Quello è fedele non poco, anche è fedele non molto; non è molto ingiusto, non è nemmeno molto ingiusto.

Ebbene, se non avete ricchezze ingiuste, a chi affiderete la verità? Se non ci rimpiangete, cosa farete per voi stessi?

Nessun servo può servire due signori; perché odierà uno e amerà l'altro, oppure si dedicherà al primo e disprezzerà il secondo. Non potete servire Dio e il denaro.


Parola del Signore

sabato 20 settembre 2025

Santi e Beati del giorno


 

🕯 ✨IL SANTO DEL GIORNO 🕯 ✨

SANTI MARTIRI COREANI

20 Settembre


Ha il sapore degli Atti degli apostoli il racconto della fondazione della comunità cristiana in Corea e del martirio dei suoi primi membri tra la fine del Settecento e l'Ottocento.


La vicenda ebbe inizio nel 1782, quando alcuni letterati incaricarono il giovane Ni-Tek-tso, che si doveva recare in Cina, di assumere maggiori informazioni sulla religione cattolica, della cui esistenza avevano letto in alcuni libri. Due anni dopo Ni ritornò battezzato con il nome di Pietro e a sua volta amministrò il sacramento ai letterati.


Con il fervore degli inizi essi svilupparono un forte movimento di proselitismo. Al suo arrivo nel 1794 il sacerdote cinese Giacomo Zhu trovò nel Paese circa 4000 cristiani. Questo numero andò crescendo nel corso dell'Ottocento, nonostante tre gravi persecuzioni durante le quali furono messi a morte più di diecimila cristiani.


Tra di loro Andrea Kim, il primo sacerdote coreano. Di nobile famiglia, era stato inviato a studiare a Macao. Ritornò nove anni dopo, subito dopo l'ordinazione, e aiutò il vicario apostolico monsignor Ferréol e il missionario Nicola Daveluy a entrare clandestinamente nel Paese. Arrestato, venne trasferito a Seul e giustiziato dopo che risultarono vani tutti i tentativi per farlo abiurare. Insieme con lui venne ucciso anche il padre, Giuseppe.


Quando il figlio venne arrestato, si presentò alle autorità dichiarandosi cristiano. Venne battezzato dal figlio in carcere prima di ricevere insieme con lui la corona del martirio. Andrea Kim e suo padre Giuseppe con altri 101 martiri vennero proclamati santi da Giovanni Paolo Il nel 1984 in occasione del secondo centenario della fondazione della Chiesa Cattolica in Corea. Altri 124 furono beatificati da papa Francesco il 16 agosto 2014


PRATICA: Meditiamo sulla sofferenza dei Santi martiri coreani, per riscoprire la profondità dell'amore senza limiti di chi dona tutto se stesso, uniformandosi alla passione di Cristo.


PREGHIERA: Signore, mandaci i Tuoi doni, affinché anche la nostra vita sia pura e senza compromessi, per poter testimoniare il nostro amore per Te e lottare, insieme con i nostri fratelli di tutte le religioni e di tutte le razze, per l' unità, la libertà, la pace su questa nostra Terra, imbevuta del sangue di tanti Tuoi santi martiri e godere in cielo la luce della Tua gloria.


MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria dei santi Andrea Kim Taegon, sacerdote, Paolo Chong Hasang e compagni, martiri in Corea. In questo giorno in un'unica celebrazione si venerano anche tutti i centotre martiri, che testimoniarono coraggiosamente la fede cristiana, introdotta la prima volta con fervore in questo regno da alcuni laici e poi alimentata e consolidata dalla predicazione dei missionari e dalla celebrazione dei sacramenti. Tutti questi atleti di Cristo, di cui tre vescovi, otto sacerdoti e tutti gli altri laici, tra i quali alcuni coniugati altri no, vecchi, giovani e fanciulli, sottoposti al supplizio, consacrarono con il loro prezioso sangue gli inizi della Chiesa in Corea.



VANGELO del giorno


 

🔔IL VANGELO DI OGGI📖


Dal Vangelo secondo LUCA 

8,4-15.


In quel tempo, poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola:

«Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono.

Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità.

Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono.

Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per intendere, intenda!».

I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola.

Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perchè vedendo non vedano e udendo non intendano.

Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio.

I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati.

Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno.

Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione.

Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza».



giovedì 18 settembre 2025

Santi e Beati 19/09

 



🕯 ✨IL SANTO DEL GIORNO 🕯 ✨
SAN GENNARO
19 Settembre

S. Gennaro nacque nella seconda metà del secolo III molto probabilmente a Benevento anche se alcune fonti dicono che sia venuto alla luce a Napoli. Di famiglia nobile e molto cristiano, predilesse fin dalla sua giovinezza la vita ecclesiastica. A trent'anni era sacerdote e vescovo di Benevento, quando scoppiò la persecuzione di Diocleziano. Grande era la sua amicizia col diacono Sosio, che consultava sovente circa gli affari della diocesi, trovando in lui molto sapere e conforto spirituale.

Un giorno, mentre Sosio leggeva il Vangelo nella chiesa, il Vescovo vide scintillare sopra il suo capo una fiamma che conobbe essere preannunzio del martirio. Pieno di giubilo per tanta grazia, baciò il capo di colui che doveva patire per amore di Gesù Cristo e ne rese grazie al Signore, rimanendo in attesa che si compisse la volontà di Dio. Difatti. poco dopo, per ordine del giudice Draconzio, il santo diacono fu chiuso in prigione. Ciò saputo Gennaro andò a visitarlo, ed entrato nel carcere: «Perché, esclamò, quest'uomo di Dio è tenuto prigioniero senza alcun motivo?». Riferite queste parole a Timoteo, prefetto della Campania, questi fece arrestare anche Gennaro.

Il nostro Santo, gettato in una fornace ardente, ne uscì illeso. Pertanto, il prefetto preso da sdegno ordinò di stirare il corpo del Martire, fino a rompergli le articolazioni. Frattanto un altro diacono, Sisto, ed il lettore Desiderio, presi e incatenati furono trascinati, insieme col Vescovo, davanti al carro del prefetto, fino a Pozzuoli e gettati nella medesima prigione ove erano detenuti Sosio e Proculo ed i cristiani Eutiche e Ponzio già condannati alle belve.

Il giorno dopo furono tutti esposti alle fiere nell'anfiteatro; ma queste, dimentiche della loro naturale ferocia, si accovacciarono ai piedi di Gennaro. Intanto il prefetto, attribuendo ciò a incantesimi, pronunciò contro i martiri di Cristo la sentenza capitale, e divenuto cieco sull'istante, non ricuperò la vista che per le preghiere del Santo. A questo miracolo quasi cinquemila uomini abbracciarono la fede di Cristo. Tuttavia, l'ingrato giudice non convertito dal beneficio, anzi sdegnato per la moltitudine delle conversioni e fanatico osservatore dei decreti imperiali, ordinò che il santo Vescovo coi compagni fossero uccisi di spada il 19 settembre.

I Napoletani, dietro avviso celeste, accorsero a raccogliere in ampolle parte del sangue del martire San Gennaro e trasportarono il corpo prima a Benevento, poi a Montevergine e infine nella cattedrale di Napoli, ove fu eletto a patrono principale della città. Napoli attribuì alla sua protezione la grazia di essere stata liberata da molteplici e violenti eruzioni del Vesuvio, e dalle armi di molti nemici che avevano giurato la sua rovina.

Nella cappella del Tesoro della cattedrale si conserva il capo e due ampolle di sangue del santo Vescovo: quivi da sedici secoli si ripete il miracolo detto di S. Gennaro. Tale portento venne studiato da dotti di ogni secolo e d'ogni fede e tutti furono d'accordo nell'attribuirlo ad un intervento soprannaturale. Infatti, allorché nella ricorrenza del suo martirio e della sua consacrazione episcopale si pone il capo del Santo martire, racchiuso in una preziosa custodia, alla presenza del suo sangue raggrumato e contenuto in due ampolle di cristallo, senza l'intervento di alcun agente esterno, la massa del sangue del martire passa dallo stato solido allo stato liquido e lo si vede bollire.

PRATICA: Facciamo oggi un piccolo sacrificio per la nostra fede.

PREGHIERA. O Dio, che ci rallegri coll'annua solennità dei tuoi santi martiri Gennaro e compagni, concedi che come siamo rallegrati dai loro meriti, così siamo infiammati dai loro esempi.

MARTIROLOGIO ROMANO. San Gennaro, vescovo di Benevento e martire, che in tempo di persecuzione contro la fede, a Pozzuoli vicino a Napoli subì il martirio per Cristo.



19/09 vangelo del giorno


 🔔IL VANGELO DI OGGI📖


Dal Vangelo secondo LUCA

8,1-3.


In quel tempo, Gesù se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio.

C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni,

Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni.



22 settembre 🔴 Autunno🔴 ARRIVA PA TEMPESTA EQUINOZIALE


 

𝐓𝐄𝐌𝐏𝐄𝐒𝐓𝐀 𝐄𝐐𝐔𝐈𝐍𝐎𝐙𝐈𝐀𝐋𝐄

𝐃𝐚𝐥 𝟐𝟐 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 

𝐀𝐥𝐝𝐨 𝐌𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢𝐚𝐫𝐢 ..che ringrazio 


Solo un breve accenno per indicare la possibilità che dal 22 settembre una profonda saccatura nordatlantica possa fare irruzione nel Mediterraneo centro-occidentale.


Vi lascio due carte ECMWF ENS, che fotografano bene lo scenario barico previsto per la prossima settimana.


Dall'onda di calore subtropicale si passerebbe alla saccatura nordatlantica, collegata a un netto calo termico e a condizioni meteo molto instabili e perturbate.


Nei prossimi aggiornamenti scenderemo nei particolari. 


Un abbraccio

mercoledì 17 settembre 2025

Io Santo del giorno


 

Buongiorno e buon giovedì. Oggi la Chiesa ricorda Santa Sofia.


Ricordata nel Menologio greco insieme a Santa Irene, della sua vita si conosce poco, se non che fu martirizzata a Cipro. Incerta anche l’epoca in cui è vissuta: secondo alcune tradizioni, Santa Sofia visse in epoca bizantina, mentre altri testi la annoverano tra i primi cristiani.


Per approfondire:


Vangelo di oggi 18 /09


 Giovedì 18 settembre; la Chiesa commemora San Giuseppe da Copertino noto come il Santo dei Voli,  il Santo della gioia, maestro di preghiera, innamorato del Vangelo e dell'Eucaristia, una delle personalità più interessanti della mistica cristiana. Oltre ad essere il santo protettore degli studenti, è patrono dell’aviazione cattolica anglosassone e dei paracadutisti cattolici della NATO. Ad Osimo, dove egli morì nel 1663, vi è la Basilica a lui dedicata, in antecedenza Chiesa di San Francesco.

Il #VangelodelGiorno secondo Luca 7, 36 - 50


In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.

Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».

Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».

E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».

Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».

Parola del Signore

🔵19/09✝️La Coroncina Divina Misericordia🕒 h 15:00.qui ogni giorno da Monte Sant'Angelo 🆕


🔴✝️CLICCA QUI PER GUARDARE🔵🕒






 🔴✝️🕒💥Testo 


CORONCINA ALLA DIVINA MISERICORDIA
(da recitare sulla comune corona del Santo Rosario)

All’inizio

Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi gli rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

Io Credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente: di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

Sui grani grandi (1 volta) 

 Eterno Padre, Ti offro il Corpo e il Sangue, l’anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Signore nostro Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.

Sui grani piccoli (10 volte) 

Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.

Al termine (3 volte) 

Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale abbi pietà di noi e del mondo intero.

——————

Imprimatur: Kazimierz Nycz, vescovo ausiliare
Cracovia, 21 luglio 1998

🔴✝️🆕Festa Nazionale solenne ripristinata . San Francesco 🇮🇹🙏


 San Francesco festa nazionale, la Camera vota il disegno di legge. Il ddl ripristina la festa nazionale come era fino al 1977 #ANSA 

martedì 16 settembre 2025

Io Santo del giorno 17 setttembre


 🕯 ✨IL SANTO DEL GIORNO 🕯 ✨

SANT’ILDEGARDA DI BINGEN

17 Settembre


Ildegarda di Bingen sarebbe stata famosa in qualunque secolo, ma nel suo, i risultati e la sua influenza, particolarmente come donna, furono straordinari. Nacque a Bermersheim, sul Nahe, vicino ad Alzey, nell'estate del 1098, ma a parte il fatto che il padre, Ildeberto di Bermersheim, era un nobile e forse al servizio del vescovo di Speyer, non si sa molto del suo ambiente famigliare.


All'età di soli otto anni, fu mandata a compiere gli studi presso un'eremita, la B. Jutta (22 dic.) che viveva a Disibodenbcrg in una dimora (forse una casupola) annessa alla chiesa dell'abbazia fondata da S. Disibodo (8 set.). Ildegarda era una bambina delicata, ma la sua istruzione, che sembra aver incluso imparare a leggere e a cantare in latino e acquisire la capacità di svolgere i lavori domestici comunemente richiesti alle donne di tutte le classi, a quel tempo, continuò ininterrottamente.

Durante gli anni, altre ragazze giovani giungevano per unirsi a lei, perciò jutta, accorgendosi che si trattava, in effetti, di una congregazione religiosa, diede loro da seguire la Regola di S. Benedetto (11 lug.) e assunse il titolo di badessa. Ildegarda ricevette l'abito monacale all'età di quindici anni, e per i successivi diciassette anni circa la sua vita fu abbastanza priva d'eventi.

La sua vita interiore, tuttavia, era tutt'altro che ordinaria. Dall'età di tre anni fece esperienza di visioni o rivelazioni che, nelle prime fasi le causarono dolore e imbarazzo.

«Quando ero completamente assorta in ciò che vedevo,» affermò «dicevo molte cose che sembravano strane a chi mi ascoltava, che mi facevano arrossire e piangere, e abbastanza spesso mi sarei uccisa se fosse stato possibile. Ero troppo spaventata per dire a qualcuno cosa avevo visto, eccetto la nobildonna cui sono stata affidata [Jutta], che ne riferì una parte a un monaco che conosceva».

Le rivelazioni continuarono fino in età adulta, e per tutto il tempo fece esperienza di una spiacevole combinazione di malattie croniche (mal di testa e altri disturbi fisici, accompagnati da un'aridità spirituale) e di una grande creatività che cercava uno sbocco. Alla morte di Jutta nel 1136, Ildegarda divenne badessa al suo posto, ma le rivelazioni e visioni le causavano ancora preoccupazione: pensava di doverle mettere per iscritto, ma temeva che gli altri l'avrebbero derisa, e che in ogni caso il suo latino sarebbe stato inadeguato. Infine, decise di parlarne al suo confessore, un monaco di nome Goffredo, e gli chiese di parlarne al suo abate, Conone.

Pensando alla questione, Conone chiese a Ildegarda di scrivere almeno una parte delle cose che credeva Dio le avesse rivelato. Ildegarda obbedì, scrivendo dell'amore di Cristo, del regno di Dio, degli angeli, dell'inferno e del diavolo, materiale che venne poi sottoposto all'arcivescovo di Magonza.

All'età di quarantadue anni e sette mesi (è precisa a questo riguardo) si sentì all'improvviso svincolata, la sua salute restò incerta ma non ebbe più mal di testa, la sua energia creativa fu liberata, la pesantezza se ne andò e Ildegarda divenne, come affermò, «una piuma sospinta dal respiro di Dio».

L'arcivescovo e i suoi teologi conclusero che le visioni «provenivano da Dio». Rispondendo alla sua richiesta, Conone mise a disposizione di Ildegarda un amanuense, un giovane monaco chiamato Vulmaro, e nei successivi dieci anni, con il suo aiuto e quello di altri, quando quest'ultimo non era disponibile, scrisse la sua opera principale, Scivias (abbreviazione di sci vias Domini, "conosco le vie del Signore").

Nei tre volumi Ildegarda fa riferimento alle ventisei visioni distinte concernenti la relazione tra Dio e gli esseri umani attraverso la creazione, la redenzione, e nella Chiesa, oltre a contenere una cura quantità di profezie apocalittiche, oltre a moniti e dichiarazioni simboliche che non sono sempre facili da comprendere (la qualità sibillina di alcune delle sue affermazioni le valsero il titolo di Si bill a del Reno"). Alcuni dei suoi insegnamenti, inoltre, tendono al panteismo, una forma che potrebbe essere definita come "panenteismo", tuttavia il suo simbolismo ha una notevole consistenza, che s'incentra sul potere vivificante di Dio. Ildegarda fa costante riferimento alla viriditas o potere rinverdente di Dio, al «lussureggiante rinnovamento» portato da Cristo agli individui e alle istituzioni avvizzite, e allo Spirito Santo come potere rinnovatore attivo.

Nonostante sostenesse che la sua comprensione della Scrittura era puramente intuitiva, direttamente rivelata da Dio come tutto il resto che affermava, è difficile prenderla alla lettera. Non cita mai le sue fonti, ma esistono e sono estese: la Scrittura, naturalmente, e autori cristiani dal Pastore di Hermas a S. Girolamo (30 set.) e S. Agostino (28 ago.), a S. Gregorio Magno (3 set.), Beda (25 mag.) e altri, forse appresi attraverso commentari o compendi.

È anche possibile che, essendo così convinta della verità e dell'urgenza del suo messaggio, trovasse conveniente affermare di essere stata ispirata da Dio per superare le inchieste, lente e caute, delle autorità, ma giacché la sua epoca apprezzava la stabilità, sembra non abbia osato citare gli autori tradizionali su cui si basava la maggior parte degli scrittori di teologia e dei pensatori spirituali, per proteggersi da queste indagini.

Inoltre, è degna di nota per la sua noncuranza dei temi devozionali ortodossi standard, come la redenzione individuale dalla colpa del peccato, quanto per le questioni che tratta.

Dronke ha seriamente suggerito che, sebbene abbia attaccato l'eresia, in realtà «non la fece franca» con ciò che equivale a una forma primitiva di manicheismo. Nel 1147, l'arcivescovo di Magonza sottopose l'opera d'ildegarda a papa Eugenio III (8 lug.), allora in visita a Treviri, il quale, con un approccio prevedibilmente cauto, nominò una commissione per esaminare Ildegarda e i suoi scritti; solo quando ricevette un rapporto favorevole, li lesse e discusse con alcuni consiglieri stretti, tra cuí S. Bernardo di Clairvaux (20 ago.), che entusiasta spinse il papa ad approvarli.

La lettera di Eugenio a Ildegarda è incoraggiante e cauta, è felice e pieno di stupore per i favori che le sono stati concessi, ma la mette in guardia contro l'orgoglio.

Nella sua lunga risposta, Ildegarda restituisce il favore, alludendo con parabole ai problemi del tempo e mettendo in guardia Eugenio contro l'ambizione deimembri della sua famiglia. Nella sua lettera il papa disse a Ildegarda di vivere con le sue consorelle, osservando fedelmente la regola, nel luogo in cui aveva avuto la visione, in riferimento alla proposta delle monache di edificare un nuovo convento sul Rupertsberg, una collina esposta e deserta vicino a Binge, dal momento che quello di Disibodenberg non riusciva più ad accogliere i membri della congregazione sempre più numerosi, ma Ildegarda, che affermava che Dio le aveva mostrato il nuovo sito in una visione, incontrò la feroce opposizione dei monaci di S. Disibodo. Gran parte dell'importanza dell'abbazia era dovuta alla sua vicinanza al convento, in cui erano conservate le reliquie di. Giutta, e alla presenza di Ildegarda.

L'abbazia faceva assegnamento anche sulle donazioni delle monache, e i monaci non volevano perderle, così l'abate accusò Ildegarda, la cui salute era peggiorata, di agire per orgoglio; tuttavia, quando la vide e si accorse che era veramente malata, cambiò atteggiamento e le disse di alzarsi e di andare a Rupertsberg. Fu più difficile convincere i monaci, che cambiarono idea quando l'abate fu guarito da una malattia grave mentre si trovava nella chiesa d'Ildegarda.

Ildegarda e altre diciotto monache si trasferirono sul Rupertsberg tra il 1147 e il 1150, in una terra desolata, ma dove, grazie all'energia illimitata di Ildegarda, presto ebbero un convento abbastanza grande da dare alloggio a una congregazione di cinquanta membri, «con acqua corrente in tutti gli uffici».

Oltre a essere pratica, era creativa e piena d'inventiva: insegnò alle monache molti inni e cantici di cui compose sia le parole che la musica, scrisse una rappresentazione drammatica allegorica con canto sacro, Ordo virtutum, perché lo recitassero, e per la lettura nel refettorio distribuì cinquanta omelie allegoriche (che non possono essere state facili da ascoltare). Si riteneva che le sue versioni adas vid» clk S. Disibodo (8 set.) e di S. Ruperto (29 mar.) fossero ma poiché contengono elementi locali tradizionali, pro~ente richiesero un impegno maggiore di quello. Quando aboriva a trovare del tempo libero (sicuramente non spesso), amala lavorare sul suo cosiddetto «linguaggio sconosciuto», una sorta d'esperanto, basato sul latino e la lingua germanica, con la frequente ripetizione della Z finale (ci sono giunte circa 900 parole).

Ildegarda, inoltre, trovò in qualche modo il tempo di compiere ricerche e scrivere su argomenti che la affascinavano: un libro di storia naturale, basato chiaramente su un'attenta osservazione scientifica, che tra le altre cose descrive gli elementi, i minerali e i metalli, alberi e altre piante, pesci, rettili, uccelli e quadrupedi; uno di medicina, che esamina il corpo umano e le cause, i sintomi e i trattamenti dei disturbi che lo affliggono, e che mostra, in particolare, quanto la sua immaginazione, se non la conoscenza, precorresse i tempi. Cinque secoli prima di William Harvey, per esempio, riuscì quasi a dare una descrizione accurata di come il sangue circola nel corpo.

Inoltre, vi è la sua voluminosa corrispondenza, di cui è stata tramandata una parte consistente, ma il suo stile non è facile: per rimproverare o mettere in guardia (e faceva spesso entrambe le cose) tendeva ad adottare uno stile predicatorio pieno d'allegorie e allusioni. Secondo lei, il suo ruolo nella vita era di comunicare il contenuto delle visioni al popolo della sua generazione, per ricondurli sulla via della giustizia; per lei la profezia era un fardello e una responsabilità piuttosto che un dono, e in ciò assomigliava più a un profeta dell'Antico Testamento che a una mistica cristiana.

Tra i destinatari delle sue lettere omileticlie, vi erano vari papi, vescovi, e abati, incluso S. Bernardo, e diversi monarchi, tra cui Enrico II d'Inghilterra, ma anche gruppi di persone, come il clero di Treviri e Colonia (lettere feroci e sincere in cui li rimproverava per le loro mancanze e li avvertiva di cosa sarebbe successo se non si fossero ravveduti).

Talvolta riusciva a essere assai tagliente: quando l'arcivescovo di Magonza le disse di mandare una certa monaca come badessa in un altro convento, replicò: «Tutti le ragioni della promozione di questa giovane non hanno valore davanti a Dio. Lo spirito di questo Dio premuroso afferma: "Piangete e gridate, o pastori, perché non sapete ciò che fate, distribuendo i sacri uffici secondo i vostri interessi e sprecandoli con uomini perversi e atei 1... J. Quanto a voi, alzatevi, perché i vostri giorni sono contati"». Comprensibilmente questa sorta d'approccio non la rese universalmente popolare, anche se i visitatori provenivano da ogni ceto sociale, allo stesso tempo altri la denunciarono perché disonesta, matta o anche peggio.

Né quest'opposizione, né la malattia costante trattenne Ildegarda dal compiere le sue attività al di fuori del convento. Credeva che Dio la stesse usando come suo portavoce: «Io non sono che un povero vaso di coccio, e dico queste cose non da me, ma grazie alla Luce serena» scrisse a un amico (e la sua audacia e sincerità erano una combinazione formidabile).

Tra il 1152 e il 1162, fece diversi viaggi in Renania, durante i quali predicò pubblicamente, cosa assai insolita per una donna al tempo. Fondò una casa dipendente a Libingen, vicino a Rudesheim, ma sembra che abbia assunto il ruolo di visitatrice badessa di un certo numero di altri conventi e monasteri, ma le sue critiche a chi non seguiva strettamente la disciplina erano così dure che queste visite non sempre accrescevano la sua popolarità, e lo stesso si può dire dei suoi incontri con vescovi, clero e laici.

Ildegarda continuò fino alla fine a opporsi all'uso sbagliato dell'autorità; durante gli ultimi anni di vita, un giovane, che a un certo punto era stato scomunicato, morì e fu sepolto nel cimitero a S. Ruperto. Il vicario generale di Magonza affermò che non poteva essere sepolto in un luogo sacro e chiese che il corpo fosse riesumato.

Ildegarda rifiutò, affermando che il ragazzo aveva ricevuto gli ultimi sacramenti e che perciò non poteva più essere considerato come scomunicato. Quando fu ribadito l'ordine, questa volta dal vescovo, lldegarda rimandò indietro il messaggio. «Venite Vostra grazia, mio signore arcivescovo, e disseppellitelo voi.»

Il vescovo venne, accompagnato da membri del capitolo cattedrale, ma Ildegarda aveva tolto tutte le insegne della sepoltura, perciò dovettero andarsene a mani vuote.

Quando il vescovo pronunciò l'interdetto sulla sua chiesa, Ildegarda rispose con una lunga lettera sull'argomento della musica sacra, che evidentemente non c'entrava per niente, affermando «che aiuta l'uomo a costruire un legame santo tra questo mondo e il mondo tutto fatto di bellezza e musica».

Il suo significato diventava chiaro alla fine: «Coloro che perciò, senza un buon motivo, impongono il silenzio alle chiese in cui si può udire il canto in onore di Dio, non meriterà di udire il glorioso coro degli angeli che loda il Signore nei cicli». L'arcivescovo, cui Ildegarda per precauzione scrisse allo stesso tempo, ignorò i vari moniti a lui rivolti, ma tolse l'interdetto.

In questo periodo, Ildegarda, che aveva più d'ottant'anni, era così fragile fisicamente da dover essere trasportata da un luogo all'altro, tuttavia continuò a scrivere, dare consigli, istruire le monache, e incoraggiare tutti coloro che le chiedevano aiuto, finché morì in pace a S. Ruperto il 17 settembre 1179.

Immediatamente si affermò che sulla sua tomba si verificavano miracoli, avvenuti anche mentre era in vita, e il culto è testimoniato dal XIII secolo. Nel 1324, papa Giovanni XXII (1316-1334) approvò il culto pubblico, e Ildegarda compare nei martirologi locali dal xv secolo. Le reliquie, portate a Eibingen durante la Guerra dei Trent'anni, furono autenticate nel 1489 e poi di nuovo nel 1498, e sebbene non sia mai stata canonizzata ufficialmente, è chiamata santa nel Martirologio Romano, e diverse diocesi tedesche la commemorano in questo giorno.

Le visioni e rivelazioni di Ildegarda sono tra le meglio documentate dei fenomeni di questo tipo; il linguaggio con cui le descrive e le interpreta è vivace ed espressivo, ricco di simboli, come se lo portasse ai limiti estremi per descrivere l'indescrivibile, e ne è consapevole lei stessa: «Non ho queste visioni durante il sonno, o in sogno, né per pazzia, non le percepisco fisicamente con gli occhi e le orecchie, e non di nascosto, ma le vedo in pieno, e con il volere di Dio, quando sono sveglia e attenta, con gli occhi dello spirito e l'orecchio interiore; è difficile per gli esseri umani capire da dove provengono». Non si limitò a usare solo le parole per descrivere ciò che vedeva: illustrò lei stessa lo Scivias, e le illustrazioni tramandate (anche se solo sotto forma di copie eseguite meticolosamente), vive, originali e ricche di simboli, si avvicinano allo spirito dell'opera di William Blakc come non era mai successo a quei tempi. Era anche una musicista completa, ed ebbe un inaspettato successo alla fine del secolo scorso. E inoltre patrona dei filologi e degli esperantisti.

MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero di Rupertsberg vicino a Bingen nell’Assia, in Germania, santa Ildegarda, vergine, che, esperta di scienze naturali, medicina e di musica, espose e descrisse piamente in alcuni libri le mistiche contemplazioni, di cui aveva avuto esperienza.


Santi e solennità


 Mercoledì 17 settembre; la Chiesa commemora la Festa delle stimmate di San Francesco d'Assisi un evento straordinario e mai sino ad allora verificatosi, che si compì sul monte della Verna e che ha segnato profondamente la storia della spiritualità cristiana. Francesco riceve le stimmate dopo un lungo cammino interiore in cui egli si è identificato con il Crocifisso. Non è possibile comprendere San Francesco, senza il Crocifisso non solo con il suo carico di dolore e di passione, ma anche per quanto il Crocifisso ha “chiesto” e “detto” a San Francesco.

Preghiere per i figli


 Affidamento dei figli


a Maria e Giuseppe


 


Beata Vergine Maria, volgi il tuo sguardo materno su (nome del figlio).


 


Egli è stato rigenerato alla via soprannaturale mediante il Battesimo, ed è diventato figlio di Dio ed erede del Cielo; ma ricordati che nello stesso tempo è anche figlio tuo, Maria.


 


In questo momento Gesù ti ripete quelle memorabili parole: "Madre, ecco tuo figlio"!. Accettalo perciò sotto la tua speciale protezione totalmente e per sempre.


 


Custodiscilo e difendilo come cosa e proprietà tua, e compi verso di lui la tua missione di Madre, affinché per mezzo tuo cresca buono e santo.


 


Difendilo da tutti i pericoli dell'anima e del corpo e possa un giorno essere partecipe della vita eterna nella gloria del cielo.


 


E tu, Giuseppe, unisciti alla tua dilettissima sposa nel prenderti cura di questo mio figlio, come un giorno facesti con il Figlio di Dio.


 


Amen.

Santi e beati 16: settembre


 Santi Cornelio, papa, e Cipriano, vescovo


Dal Martirologio

Memoria dei santi martiri Cornelio, papa, e Cipriano, vescovo, dei quali il 14 settembre si ricordano la deposizione del primo e la passione del secondo, mentre oggi il mondo cristiano li loda con una sola voce come testimoni di amore per quella verità che non conosce cedimenti, da loro professata in tempi di persecuzione davanti alla Chiesa di Dio e al mondo

lunedì 15 settembre 2025

Preghiere dei fanciulli ❤️🙏


 Da bambino, i miei genitori mi hanno insegnato - appena svegliato - a fare il segno della croce per invocare la benedizione e la protezione del Signore.

Santa Bernadette, la veggente di Lourdes, ha detto che il primo insegnamento appreso dalla Madonna era quello di fare bene il segno della croce.

Anche tu, ogni mattina, appena svegliato, fai bene il segno della croce, dona il tuo cuore a Dio Padre, apri tutte le porte allo Spirito Santo; offri al Signore la tua giornata, tutte le tue attività e ogni azione, affinché siano tutte secondo la Sua santa volontà e per la maggior gloria di Dio.

Non dimenticare mai che è al mattino che buon Dio prepara per te tutte le grazie necessarie per affrontare la dura battaglia della fede. Lui conosce tutte le tentazioni e le occasioni di peccato che il demonio ti offrirà durante la giornata. Finché preghi e finché il tuo cuore è fisso in Dio, riceverai la forza sufficiente per resistere, per vincere.

Perciò è importante dedicare alla preghiera i primi momenti della giornata. La preghiera ti eleverà alle altezze di Dio Padre. Con la preghiera, tutto diventerà nella tua giornata una continua preparazione a quella grazia santificante e abbondante che purifica e salva. E la Provvidenza divina farà accadere cose giuste nel momento giusto❤️🙏 Don Nikola Vucic

padre Iapicca Antonello 🆕riflessioni


 

MURI E PONTI 


Si parla tanto di ponti, di ecumenismo, di pace e accoglienza ma poi, di fonte a Kirk, un cristiano che "non è dei nostri" (meno in quanto evangelico che in quanto politicamente inaccettabile) - tra distinguo, silenzi reticenti e opposizioni frontali - si erigono muri che quello di Berlino è nulla al confronto. È triste, ma purtroppo il pregiudizio ideologico e odio politico, spesso fomentato da menzogne e propaganda, rende impossibile alla fede illuminare la ragione. E così discernere liberamente e andare davvero oltre ogni schema carnale, al di là delle divisioni viscerali e irrazionali, attraversare i ponti che superano la superbia per abbracciare il fratello, anche se ha alcune idee divergenti. E così testimoniare la pace vera, ben diversa da quella che intende e realizza il mondo. La pace conquistata da Cristo risorto e donata agli apostoli la sera di Pasqua, che scaturisce dalla vittoria sul peccato e la morte, e che per questo abbatte nell'amore il muro dell'odio.

domenica 14 settembre 2025

Maria Addolorata 15 settembreSanti e feste


 Vangelo

Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!

Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 19,25-27

 

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.

Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre:

«Donna, ecco tuo figlio!».

Poi disse al discepolo:

«Ecco tua madre!».

E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

Parola del Signore.

DIRETTA MATER DEI WEB TV

✝️vangelo del giorno

  LUNEDÌ DELLA XXIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI) 20 OTTOBRE  Quello che hai preparato, di chi sarà? Dal Vangelo secondo Luca...